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Case popolari: è allarme rosso. Risorse insufficienti, zone critiche. Alloggi rischiano di restare inagibili

La coperta è corta e non basta a fronteggiare le emergenze di via Funghini e via degli Accolti. Raffaelli: "Entrare ridotte, c’è ossigeno fino al 2025. Manca un milione per spese straordinarie".

Case popolari: è allarme rosso. Risorse insufficienti, zone critiche. Alloggi rischiano di restare inagibili

di Gaia Papi

AREZZO

"Abbiamo ossigeno fino al 2025, poi comincerà a scarseggiare", così il direttore di Arezzo Casa, Fabrizio Raffaelli sulle risorse da destinare agli alloggi di edilizia popolare in provincia di Arezzo. "La coperta è corta, anzi cortissima. Mancano risorse sia regionali che statali. In queste condizioni dobbiamo porci delle priorità, al fine di non dover rendere inagibili degli alloggi".

Cifre alla mano...

"Le entrate, da sole, non sono più sufficienti: siamo costretti a fare con quello che abbiamo, cioè gli incassi dei canoni mensili. Mediamente ammontano a 104 euro al mese, per i 3150 alloggi distribuiti in tutta la provincia, di cui circa 1200 ad Arezzo. Patrimonio edile che, per accorciare le graduatorie, dovrebbe aumentare".

Da quegli incassi poi devono essere detratte le spese di gestione.

"Negli ultimi tre anni sono stati stanziati 600 mila euro per gli interventi straordinari programmati, 480 mila per quelli straordinaria non programmata e altri 450 mila per il pronto intervento e lavori d’urgenza. Sforzi che non bastano visto che buona parte degli edifici sono stati costruiti negli anni ’30 e ’70".

Cifre che verranno mantenute anche quest’anno?

"Ce lo auguriamo, sopratutto per quanto riguarda gli interventi straordinari, quelli più pesanti anche da un punto di vista economico, che hanno un carattere risolutivo dei problemi, per i quali manca un milione di euro. Ma c’è un però. Il consiglio d’amministrazione nel 2022 aveva deciso di impegnare le risorse residue per il ripristino degli alloggi riconsegnati. A tal fine, nel triennio 2023 – 2025, è stato deliberato di impegnare 3 milioni e 600 euro. La media è di 120 interventi all’anno, con importi per il ripristino pari a 10 mila euro. Dati che danno un’idea della condizione in cui stiamo operando. Finite le risorse nel 2025, se non ci saranno finanziamenti nel 2026, saremo costretti ad utilizzare il milione e 530 euro non più per tre sezioni, ma per quattro".

Quale è il ruolo dei Comuni? "Occorre una presa di coscienza anche da parte dei Comuni titolari del patrimonio immobiliare. Noi abbiamo la possibilità di investire risorse nei limiti in cui incassiamo dai canoni. Il resto, la manutenzione straordinaria spetta ai Comuni. Impegno che si è visto, ad esempio il Comune di Arezzo lo scorso anno ha investito poco meno di due milioni di euro".

Quali le zone più critiche?

"Via Funghini. Capiamo le difficoltà degli inquilini, e conosciamo bene la difficile situazione in cui siamo intervenuti speravamo in modo risolutivo, ma così è stato solo in parte. Con la scarsità di risorse è obbligatorio darci delle priorità. Tra le zone con maggiori difficoltà anche via degli Accolti e sono in corso gli interventi di manutenzione sui 70 alloggi di via Montale e via Tortaia".