MARIA ROSA DI TERMINE
Cronaca

Catturato "Rambo": rapinatore seriale, dal tuffo dal 4° piano alla minaccia di darsi fuoco

Lombardi ha 65 anni e vive a Montevarchi ma colpiva in varie piazze. Il blitz alle poste per assicurarsi un tetto, il travestimento da carabinieri, il sequestro di persona

L'arresto dei carabinieri

Arezzo, 15 gennaio 2019 - Rapinò l’ufficio postale di Montevarchi per garantirsi un tetto e un pasto sicuri in carcere. Era il giugno del 2014 e adesso ‘Rambo’, al secolo Pietro Lombardi, pensionato di 65 anni di Prato ma residente nella città di Benedetto Varchi, torna dietro le sbarre. Una frequentazione con le celle abituale viste la sfilza di condanne accumulate negli anni per reati che vanno dal sequestro di persona alla rapina, dal furto alla detenzione di armi, alla truffa.

Ad arrestarlo ieri in un’abitazione di lungarno Guido Reni a San Giovanni sono stati i militari del nucleo investigativo del Comando provinciale di Prato arrivati nella vallata con un’ordine di carcerazione emesso il 3 dicembre scorso dalla Procura di Arezzo. Lombardi deve scontare la pena di un anno e 7 mesi di reclusione per porto abusivo di oggetti atti ad offendere e violazione degli obblighi sulla sorveglianza speciale di pubblica sicurezza.

Addebiti che si riferiscono a fatti commessi a Montevarchi l’11 settembre del 2013. Condannato con sentenza passata in giudicato il 19 maggio, dopo il fermo è stato condotto nella casa circondariale aretina. Una lunga carriera criminale quella del sessantacinquenne noto anche per alcuni gesti plateali; ad esempio nel 2011 aveva minacciato di darsi fuoco cospargendosi di alcol nel reparto di medicina dell’ospedale pratese.

Tempo prima si era travestito da tenente dei carabinieri per mettere a segno un colpo e per sfuggire alla cattura si era lanciato dal quarto piano di un palazzo. Più volte era stato affidato a comunità di recupero e cinque anni fa, in particolare, viveva in un appartamento che gli era stato assegnato dal municipio di Montevarchi dove, con il sostegno anche dell’amministrazione comunale pratese e grazie a una borsa lavoro, era occupato come giardiniere.

Aveva cercato di farcela da solo, ma non c’era riuscito e da qui la decisione di imboccare di nuovo la via del crimine. E così alle 8,30 di quella mattina di inizio estate si era presentato a volto scoperto allo sportello della sede centrale delle Poste di via Sante Tani, dove ogni mese ritirava la pensione sociale, e aveva mostrato ai dipendenti una pistola giocattolo e un coltello di genere proibito facendosi consegnare un migliaio di euro.

Quindi si era fatto accompagnare da un ignaro automobilista nella sua abitazione al quartiere Giglio dove aveva atteso le forze dell’ordine accogliendole con un buongiorno e un sorriso sulle labbra.