GAIA PAPI
Cronaca

"Chi conosce altri casi parli". Un appello di figli e mogli. E scelgono di andare avanti

Dal ritorno in caserma alla volontà di fare quadrato: "È per la sicurezza di tutti". Soddisfazione per il faccia a faccia. "Abbiamo ricevuto interesse e solidarietà".

I familiari dei tre vigili del fuoco morti tra il 2022 e il 2023 per un glioblastoma

I familiari dei tre vigili del fuoco morti tra il 2022 e il 2023 per un glioblastoma

Sono tornati in quella caserma in via degli Accolti che per i loro cari è stata più di un luogo di lavoro: è stata una seconda casa. I familiari dei tre vigili del fuoco aretini, Mario Marranghini, Maurizio Ponti e Antonio Ralli, morti per glioblastoma, sono stati ricevuti ieri dal comandante Fabrizoi Baglioni in un incontro che ha avuto il sapore di un gesto di vicinanza e attenzione.

Un gesto che, secondo i familiari, è stato molto significativo e ha dato loro un segnale di speranza per un futuro che ancora rimane incerto, ma che ora sembra più aperto alla ricerca della verità. "Da parte del comandante Baglioni c’è stata massima disponibilità, e si è dimostrato molto solidale. Al momento ci ha parlato delle due strade di indagini: quella dell’Arpat che realizzerà rilievi ambientali in acqua e nell’aria nelle caserme di Arezzo e provincia, poi del protocollo d’intesa tra l’Università di Bologna, che coinvolgerà anche Arezzo per effettuare uno screening sulle eventuali presenze di sostanze pericolose nel sangue del personale che sarà disposto a fare analisi del sangue. Niente di più. Non ci sa dire nei dettagli in cosa consisterà lo screening, nè le tempistiche", ha spiegato Matteo Ralli, figlio di Antonio.

Le parole di Matteo riflettono la posizione dei familiari, che si sono mostrati prudenti ma comunque soddisfatti del fatto che finalmente si stia facendo qualcosa di concreto. "Ma è già tanto quello che è successo, è un passo grandissimo. Non pensavamo che la notizia assumesse una rilevanza del genere e che venissero presi subito dei provvedimenti", continuano a raccontare i familiari.

Tuttavia, non si fermano qui. La loro battaglia non riguarda solo la memoria dei propri cari, ma la sicurezza e la salute di tutti i vigili del fuoco, e chiedono che le indagini vengano estese a livello nazionale. Come del resto il Dipartimento dei vigili del fuoco da Roma ha già confermato. "Crediamo che quanto accaduto sia qualcosa che riguarda tutta l’Italia, circoscrivere ad Arezzo sarebbe un errore. Vorremmo che le indagini venissero estese a quante più regioni possibili. Così come non ci dobbiamo solo focalizzare sul glioblastoma". E nel frattempo la speranza è che emergano altre testimonianze, altre segnalazioni. "A me non interessa conoscerle, servirebbero però per le indagini epidemiologiche", afferma Ralli, con una chiarezza che sottolinea la necessità di un’analisi completa e approfondita.

Fuori dalla caserma, lontani dalle telecamere, i familiari si sono ritrovati insieme, senza la pressione mediatica. Cosa si sono detti? "Abbiamo confermato la volontà di andare avanti, di non mollare. Pronti ad entrare in azione quando servirà", raccontano con una determinazione che non lascia spazio a dubbi. Il loro è un impegno che va oltre il dolore personale: è una battaglia per la verità, la salute e la sicurezza di tutti i vigili del fuoco, affinché tragedie simili non si ripetano e la memoria dei loro cari possa servire da stimolo per migliorare.