Arezzo, 8 aprile 2018 - Hanno sulle spalle un compito non facilissimo: rappresentare la chiesa aretina. Rappresentarla da un capo all’altro della diocesi, rappresentarla dagli anziani ai giovanissimi, rappresentarla da qui al futuro. Oggi parte il Sinodo. Lanciato in largo anticipo, un anno e mezzo fa, dal Vescovo: e da allora entrato in una lunga fase preparatoria, nella quale sono arrivate ad Arezzo alcune delle teste pensanti della chiesa italiana. E da oggi entra nel vivo.
Cinquecento rappresentanti, anzi per l’esattezza 570: eletti ciascuno con nomina vescovile. La maggioranza sono laici: uomini e donne, impiegati e commercianti, operai e imprenditori, da tutta la provincia. Poi tanti sacerdoti, diaconi, i frati della Verna e non solo, camaldolesi. Hanno già giurato in Cattedrale, in Cattedrale oggi si ritroveranno. Alle 16 per la Messa solenne di apertura. E poi nella processione che li porterà a San Domenico: da via Ricasoli a via Sassoverde fino alla piazza. UN FIUME, impegnato nel primo gesto simbolico. «Voglio le coordinate di una chiesa in uscita» aveva premesso Riccardo Fontana.
E tutto parte da questo tratto di strada. In fondo una San Domenico che assaggia per una volta la centralità assoluta della chiesa. La navata trasformata in una sorta di spazio conciliare: tutti i «padri» sinodali intorno. Secondo gesto simbolico il Vangelo al centro messo di quella navata. Poi una relazione introduttiva sul significato del lavoro che aspetta i protagonisti da qui a dicembre, ad opera di don Dario Vitali, poi il saluto del Vescovo.
L’impegno è triplice: ridisegnare l’identità della chiesa, la sua ministerialità (e quindi il modo di vivere la parrocchia e le altre dimensioni della vita cristiana) e la sua missionarietà, cioè come andare fuori e raggiungere gli altri. Tutto da qui a dicembre. Dopo questa congregazione generale, i sinodali saranno divisi in 41 circoli minori. Tutti a riflettere sull’Instrumentum Laboris, già elaborato e nelle mani dei 500 ormai da un mese. Circoli che si terranno in tutta la diocesi, per evitare lunghi viaggi da un angolo all’altra della chiesa locale. Quindi i relatori confluiranno nei circoli maggiori, tre in tutto.
Lì arriverà la sintesi delle proposte e a settembre la seconda sessione generale. Per arrivare prima di Natale alle votazioni e al testo definitivo, anche attraverso la scelta di alcuni teologi e periti che tenteranno di elaborare la sintesi finale. Un confronto in famiglia che ormai la chiesa aretina non faceva da decine di anni e al quale affida potenzialmente anche temi scottanti. Si va dalla vita delle singole parrocchie al ruolo dei laici, dagli strumenti di condivisione economica e pastorale fino all’apertura a separati e divorziati. E sono solo alcuni degli spunti nell’agenda che oggi prova a scrivere la sua prima pagina.