REDAZIONE AREZZO

"Chiesa sempre più aperta alle donne". Il vescovo rafforza i ruoli femminili. Esalta la svolta del Papa in Vaticano

"Un processo che avevamo già avviato, come confermano le ultime nomine". Lo scacchiere dei posti chiave. Dalla cancelliera alla responsabile liturgica, dalla direttrice catechistica alla segreteria personale.

In alto: Papa Francesco che ha nominato la prima donna Prefetto. Qui accanto: il vescovo con le suore carmelitane

In alto: Papa Francesco che ha nominato la prima donna Prefetto. Qui accanto: il vescovo con le suore carmelitane

La prima donna nominata Prefetto in Vaticano si chiama suor Simona Brambilla, un cognome che parla da solo: viene dalla sua terra, anche se lei è brianzola e lui ha le radici a Pavia. Radici che si vanno ad intrecciare ad una scelta che Andrea Migliavacca sente profondamente sua. "Il Papa ha dato un ulteriore contributo alla valorizzazione femminile, nella chiesa e nella nostra società: non è il primo, già aveva aperto alle donne la presenza nei dicasteri vaticani. Ed è un processo nel quale mi sento totalmente immerso".

Facile per un vescovo dare ragione al Papa? Sì, dargli torto sarebbe sicuramente più complicato. Però le tracce di quella scelta ormai il vescovo Andrea se le è lasciate alle spalle, anche confermando linee ereditate dai suoi predecessori, da Gualtiero Bassetti a Riccardo Fontana.

La squadra in rosa della curia aretina si è decisamente rafforzata. "Beninteso: il valore di fondo è quello della partecipazione alla vita della chiesa. E in quella dinamica la vera rivoluzione è inserire e scegliere le persone più adatte in base ai loro carismi, senza differenze di genere".

Ma lui sa, da prete prima ancora che da vescovo del Concilio, che quelle differenze hanno pesato e pesano: e così ha tutto il gusto di scoprire quante donne nella chiesa aretina siano già in ruoli di forte responsabilità, apicali direbbe il mondo al di là delle finestre di curia. "Già avevamo Silvia Mancini come direttrice dell’ufficio catechistico, ruolo nel quale volentieri l’ho confermata. Poi c’è Giulia Vitiello, che ho nominato vicecancelliere della Diocesi".

Giulia già da anni è allo snodo degli uffici della curia ma la nomina l’ha di certo rafforzata in questa veste. Poi ecco Eleonora Cheli, che guida la segreteria personale di Migliavacca, un ruolo complesso per un vescovo "globetrotter" come lui. E non finisce qui: suor Elisabetta Macrì è stata nominata delegata vescovile per la vita consacrata, suor Miriam Manca dirige l’ufficio liturgico, al cuore delle grandi cerimonie ma anche semplicemente della traduzione nei riti sacri della nuova impronta data dal Vescovo alla chiesa aretina.

E una delle ultime nomine è quella di suor Annalisa Bini a "moderator curiae", in pratica sovraintende alla gestione e all’orientamento di tutta la curia. Anche nel consiglio di amministrazione di Tele San Domenico è entrata di recente una donna, Roberta Manescalchi. Nessuno si è messo a fare delle percentuali come già vanno di moda in Vaticano, dove la percentuale femminile negli ultimi anni è passata dal 19,2% al 23,4%, ma la linea di tendenza è chiara. E risalta anche dai consigli pastorali: in quello diocesano, l’organo di partecipazione più importante, sono 14 le donne protagoniste e quelle su nomina personale del vescovo sono quasi tutte donne: suor Annarita Spaccini, Lucia Albiani, Lara Caposciutti, Paola Forzoni, Donatella Pagliacci e Giulia Vitiello. Un’onda sempre più rosa, anche se, spiega il vescovo Andrea, è completamente legata alle qualità personali di ogni prescelto. "Ma è un quadro nel quale certamente pesa la necessità secondo me fondamentale di rafforzare il contributo indispensabile che le donne possono dare alla vita della chiesa, proprio per le loro specificità: e questo anche nelle grandi occasioni e nei ruoli di carattere decisionale". Suor Brambilla ha rotto un muro ma al di là della breccia già in tante sono con lei. E disegnano una chiesa in trasformazione.

Lucia Bigozzi