di Federico D’Ascoli
AREZZO
"La Chimera ad Arezzo? Anche se nei prossimi mesi è atteso un cambio organizzativo per cui il museo archeologico di Firenze diventerà probabilmente autonomo, non vedo particolari problemi per un prestito. Anche se parlarne è assolutamente prematuro".
Stefano Casciu è il direttore del Polo museale della Toscana: il ritorno del bronzo etrusco in occasione dell’anno vasariano è un tema sensibile per una città che vede nel mostro mitologico composto da leone, capra e serpente un simbolo identitario "usurpato" da Cosimo I de’ Medici nel lontano 1553: "Vorrei sgombrare il campo su ogni ipotesi di ritorno definitivo ad Arezzo: la sua collocazione resta quella attuale – continua Casciu – ma, come detto, la disponibilità al prestito è massima e del resto lo è sempre stata In tempi recenti ci sono state varie mostre aretine con il bronzo etrusco protagonista, sono convinto che questo possa ripetersi nel 2024 per le varie iniziative legate all’anniversario della morte di Vasari".
Uno spiraglio importante, quasi un via libera, quello di Casciu, anche se l’ultima parola, con la riforma dell’organizzazione dei musei, potrebbe spettare a un direttore ancora da nominare. Per fortuna il tempo c’è, visto che le iniziative per ricordare l’autore delle Vite e delle logge di piazza Grande dovrebbero iniziare tra la primavera inoltrata e l’estate.
Due anni fa la commissione Cultura della Regione Toscana aveva approvato un atto che promuoveva progetti di valorizzazione della Chimera con la sua presenza temporanea anche ad Arezzo. Non era però una svolta che prevedeva un automatico prestito alla città. Serviva infatti il legame con un progetto scientifico serio, capace di valorizzare il capolavoro etrusco.
Il progetto per Giorgio Vasari sembra avere le caratteristiche giuste per riportare la Chimera ad Arezzo: tanto più che tra pochi giorni la statua volerà ad Atene per una mostra al museo dell’Acropoli che andrà avanti fino a marzo. Da quel momento in poi sarà disponibile per un ritorno in città in una location che potrebbe essere il museo di Arte contemporanea di piazza San Francesco.
"Condivido la posizione di Liletta Fornasari espressa ieri su La Nazione – conclude Casciu – è fuori tempo chiedere una restituzione definitiva della Chimera che non sta né in cielo né in terra. Vorrei però sottolineare i grandi risultati dei musei aretini che hanno fatto registrare otre 111 mila visitatori nei primi dieci mesi di quest’anno, con un +17% rispetto al 2019 ultimo punto di riferimento prima del Covid. La città non può che essere soddisfatta di questi numeri".