Un viaggio su Vasari e dentro la sua città. Opere da tutto il mondo, qui a celebrare il maestro del Rinascimento in un incrocio unico. Perchè per la prima volta, i capolavori da Metropolitan, Louvre e Uffizi arrivano in Italia e ad Arezzo. Tutti qui, ora.
Carlo Sisi, presidente del Comitato scientifico dell’evento del centenario e senior advisor di Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, svela sorprese e bellezza del percorso espositivo.
Professor Sisi, perchè un turista dovrebbe muoversi dall’estero e dal resto d’Italia per visitare la grande mostra?
"In maniera molto organica l’iniziativa dedicata all’anno vasariano, chiama in causa le istituzioni cittadine. Un turista che arriva qui conosce anche la città di Vasari, perchè insieme alla mostra, elemento centrale del richiamo culturale e turistico, può scoprire Casa Vasari, il Museo medievale e moderno, la Fraternita dei Laici. l’Archivio di Stato, il Museo archeologico e quello Diocesano.
Un viaggio dentro l’artista e la realtà del suo tempo?
"Esattamente. Il visitatore potrà completare le informazioni sulla vita e le opere di Vasari e allo stesso tempo capire che Arezzo ha nella propria geografia culturale ed artistica, una serie di istituzioni importantissime".
Il ritorno della Chimera rappresenta un evento nell’evento. La città talvolta si divide sul rientro definitivo da Firenze. Lei cosa ne pensa?
"La Chimera ha un ruolo preciso all’interno della mostra e vuole dimostrare come Vasari avesse interpretato con intelligenza e grande previsione politica il grande significato del bronzo etrusco".
Perchè?
"Non è un caso che il fil rouge della mostra sia ’Il teatro delle virtù’: evidenzia come Vasari sapesse interpretare il tema dell’allegoria e trasformare in immagine un concetto. Il ritorno della Chimera è il sigillo, il segno straordinario della capacità di Vasari di utilizzare l’importante reperto archeologico per la gloria di Cosimo I de’ Medici".
Con quali criteri sono state selezionate le opere in mostra?
"La selezione è stata fatta da Cristina Acidini, massima esperta dell’arte del Cinquecento e curatrice della mostra con Alessandra Baroni e gli esperti del Comitato scientifico convocato dalla Fondazione Guido d’Arezzo. In mostra otto sezioni che garantiscono un percorso completo su Vasari, artista poliedrico: letterato con Le Vite, architetto, autore degli Uffizi e delle Logge di piazza Grande, pittore sopratutto di affreschi, in città nel bellissimo esempio di Casa Vasari".
Due i capisaldi dell’esposizione: come sono state distribuite le opere?
"Nella Galleria d’arte moderna e contemporanea sono collocate le opere mobili, capolavori da Met, Louvre, Uffizi e collezioni private. Una gamma molto ampia che va dall’arte sacra al tema mitologico e una sezione dedicata ai disegni preparatori: Vasari ha fondato l’Accademia delle arti e del disegno che aveva come primato il disegno fiorentino contrapposto al colore veneziano. È un’altra battaglia che l’artista innesta dando prevalenza al disegno fiorentino".
E nella chiesa di Sant’Ignazio?
"Le grandi tavole, alte fino a quattro metri a tema sacro e in un allestimento spettacolare che si sposa benissimo con un interno molto scenografico come Sant’Ignazio. Un percorso da piazza San Francesco esteso alla Badia che può essere considerata una sezione della mostra".
Le carte dell’Archivio vasariano dove sono collocate?
"All’Archivio di Stato, qui è già stata inaugurata una mostra, altra tappa del percorso espositivo".
Qual è l’opera che la emoziona di più?
"Un Cristo portacroce di una bellezza unica proveniente da una collezione privata".