Il faccia a faccia con la Chimera toglie il fiato. Domina la sala, si staglia sulla parete dove scorrono le immagini coi dettagli del bronzo etrusco. Un sapiente gioco di luci crea la suggestione: dal buio allo splendore che "scopre" le forme: la criniera, ogni venatura del corpo, esaltando la potenza del muscoli e la forza del movimento. La Chimera torna nella sua città e spicca tra i tesori della grande mostra internazionale dedicata a Giorgio Vasari a 450 anni dalla morte. Tesori che si disvelano in un evento "unico e irripetibile". È la frase che ricorre nei commenti dei protagonisti dell’anno vasariano che qui, nella Galleria d’arte moderna e contemporanea trova il suo fulcro. Da oggi al 2 febbraio la mostra propone ai visitatori opere arrivate da New York, Parigi e Vienna e da collezioni private. Capolavori per la prima volta qui, tutti insieme, a raccontare il genio di Vasari, il suo rigore nello studio, la fitta rete di relazioni che ne fanno uno dei protagonisti del suo tempo, tra Arezzo e Firenze dove suggella il sodalizio con Cosimo I dei Medici. Tra i due nasce un’amicizia che li unirà perfino nel tempo della morte. Vasari è il primo a capire l’importanza delle informazioni: viaggia, conosce, scopre e scrive, appunta: la summa ne Le Vite degli artisti. L’originale è esposto nella prima sala della Galleria. Oltre cento opere tra inediti, pale monumentali e capolavori provenienti dalle più prestigiose gallerie internazionali: il Metropolitan Museum, Albertina Museum di Vienna, il Louvre di Parigi. In Italia dagli Uffizi, dal museo Archeologico di Firenze, la Biblioteca Vaticana e il Castello Sforzesco di Milano.
"Il modo migliore per onorare la memoria di Giorgio Vasari e celebrare la sua modernità", spiega il sindaco Alessandro Ghinelli nella preview. Ha coordinato il team di esperti e istituzioni in un "lavoro di squadra che ha coinvolto da subito e con grande entusiasmo la città", aggiunge Carlo Sisi, presidente del comitato scientifico e advisor della Fondazione Cr Firenze (l’evento è promosso da Comune e Fondazione Cr con Fondazione Guido d’Arezzo, in collaborazione con la Direzione regionale Musei Toscana del Ministero della Cultura e Gallerie degli Uffizi).
Otto sezioni tematiche in un percorso espositivo pensato per condurre il visitatore in un viaggio dentro l’esperienza artistica e umana di Vasari. Un focus speciale è dedicato alle rappresentazioni delle Virtù, figure simboliche ricorrenti nella sua pittura e all’utilizzo dell’allegoria per rappresentare con un’immagine un concetto. Altro caposaldo della mostra è la chiesa di Sant’Ignazio che accoglie la sezione dedicata all’arte sacra. Qui spiccano quattro pale monumentali, opere che durante gli ultimi due secoli non sono mai uscite dalle sedi originarie. E ancora, scritti e studi preparatori: di rara bellezza i disegni arrivati dal Louvre e dal Met.
Vasari grande "comunicatore", forse il primo a intuire l’importanza delle informazioni. Come pure la necessità di ottenere "un riconoscimento dalla società del suo tempo per gli artisti. La fondazione dell’Accademia del Disegno, autorizzata dal duca Cosimo per regolare il sistema delle committenze pubbliche, è finalizzata ad affermare questo valore, un primato che da allora si perpetua", osserva Cristina Acidini, curatrice della mostra e grande esperta di Vasari. È lei a scoprire i tesori e a narrarne le peculiarità nell’anteprima di ciò che i visitatori potranno ammirare da oggi.
Fino alla parete dove spicca un’opera di Vasari: quella parete divide l’artista dagli affreschi di Piero della Francesca, nella basilica di San Francesco. Due maestri del Rinascimento, mai così vicini.