LUCIA BIGOZZI
Cronaca

Chimet recupera metalli e record. Il bilancio supera i 6 miliardi di euro

Premio Industria Felix all’azienda aretina che ora punta su investimenti orientati allo sviluppo sostenibile

I vertici di Chimet hanno celebrato mezzo secolo di attività e un fatturato che vola

I vertici di Chimet hanno celebrato mezzo secolo di attività e un fatturato che vola

Chimet vola. Il fatturato tocca i 6 miliardi e conquista il podio nazionale nel settore recupero metalli, non solo preziosi. Un bilancio record per l’azienda aretina che si regala un nuovo balzo in occasione dei suoi 50 anni. Dal trattamento degli scarti con metalli - cellulari e computer compresi - fino alla produzione e al commercio di sali galvanici, catalizzatori e paste serigrafiche: una diversificazione dell’attività che ha permesso a Chimet di consolidare un patrimonio di oltre 420 milioni di euro e raggiungere un fatturato record che ha superato i 6 miliardi. Performance centrata, nonostante il 2024 sia stato un anno delicato per una serie di fattori: incertezze geopolitiche, volatilità dei mercati finanziari, rialzo del prezzo dell’oro e delle materie prime. Tuttavia, l’azienda fondata nel 1974 da Sergio Squarcialupi e Vasco Morandi insieme alle famiglie Gori e Zucchi è riuscita a migliorare i risultati dei precedenti esercizi incrementando fatturato e business.

Questa solidità è stata certificata nel corso dell’anno anche dal conferimento dell’alta onorificenza di bilancio del premio Industria Felix che valorizza le realtà in grado di abbinare ottime performance gestionali e solidità finanziaria, con un’inchiesta sui bilanci di settecentomila società di capitali. Tra queste, un Comitato Scientifico ha individuato le aziende più capaci di perseguire gli obiettivi di fondo: inventiva, benessere sociale e progresso economico. L’anno alle porte segna per Chimet un nuovo obiettivo: creare ulteriore valore per il territorio attraverso un piano di investimenti orientati allo sviluppo di sostenibilità ed economia circolare. Con uno dei più avanzati stabilimenti in Europa del settore, Chimet è ora proiettata su un plafond di investimenti in alta tecnologia, in collaborazione con aziende innovative del panorama internazionale e al recupero e affinazione degli scarti delle lavorazioni industriali per poi reimmetterli nel ciclo produttivo e favorire lo sviluppo di buone pratiche di economia circolare.

Una particolare attenzione sarà rivolta alle cosiddette "materie prime critiche" alla base della transizione ecologica e dell’innovazione tecnologica per cui, a causa delle difficoltà di approvvigionamento, diventa fondamentale sviluppare il riutilizzo: l’impegno dell’azienda aretina sarà orientato anche verso i Pgm, ovvero i metalli come platino, palladio, iridio o rutenio. Un ulteriore investimento riguarderà l’ampliamento degli impianti fotovoltaici di proprietà di Chimet per soddisfare internamente gran parte del fabbisogno energetico.

"Lo sfruttamento di materiali e scarti a fine vita - spiega l’amministratore delegato Luca Benvenuti, - è uno dei modi per attestarsi in una posizione strategica per un Paese o per una comunità, come quella Europea, intrinsecamente povera di miniere e materie prime. A fare la differenza è sempre più una filiera di affinazione efficace, efficiente e rispettosa dell’ambiente. Dunque, è doveroso imparare a fare “refining” su tutto. Chimet, ad esempio, estrae i metalli del gruppo del platino da catalizzatori esausti, tra cui le marmitte delle auto. In Europa, nel 2021, circolava un parco auto di poco meno di 250 milioni di veicoli e possiamo stimare che entro il 2034 questo numero salga a circa 400 milioni".

Per questo Benvenuti guarda ai prossimi traguardi e osserva: "Abbiamo una miniera a disposizione solamente recuperando i metalli in circolazione. Queste sono le sfide che Chimet vuole vincere per un futuro di sostenibilità e continua crescita".