REDAZIONE AREZZO

Chiude oggi la Casa delle culture: i servizi passano alla Fraternita

Mesi di battaglia, raccolta di firme e appelli non hanno evitato l'epilogo

Casa delle culture

Arezzo, 31 maggio 2018 - Nonostante raccolta di firme (più di 500), appelli, un coordinamento formato da 16 associazioni per impedire la chiusura, iniziative e incontri, anche in sede regionale, oggi è l’ultimo giorno di attività della Casa delle Culture. Una struttura nata con i fondi del Piuss cinque anni fa, gestita da Oxfam, con sede in piazza Fanfani e che si occupa, o meglio si occupava, di coesione sociale. Negli anni, sono i numeri diffusi da Oxfam, la Casa delle Culture «ha dato risposta alle richieste di circa 40 mila cittadini italiani e stranieri in difficoltà e ha visto e oltre 35 mila accessi per la partecipazione alle diverse attività e corsi realizzati con il contributo delle associazioni aretine ». Tra i servizi offerti, l’insegnamento dell’italiano agli stranieri, il sostegno per il rinnovo dei documenti di soggiorno, l’orientamento ai servizi in ambito socio- sanitario, educativo, normativo, extra scolastico, il supporto per l’inserimento lavorativo. Da oggi cambierà il soggetto che si occuperà di questi temi, sarà la Fraternita dei Laici, designata nell’ambito di quella che l’assessore Lucia Tanti ha definito «una mezza rivoluzione»: «La Fraternita tornerà alla sua vera funzione: sostenere e aiutare gli aretini bisognosi, nuovi e vecchi. Reinternalizziamo quindi il servizio che era svolto da Oxfam. La Fraternita svolgerà percorsi di inclusione dei cittadini stranieri, tramite l’organizzazione di corsi di lingua e cultura italiana e di educazione civica. Gestirà anche i servizi rivolti a cittadini residenti in condizione di disagio sociale e abitativo». La delibera è stata approvata nel corso dell’ultimo consiglio comunale, pertanto come saranno organizzati questi servizi andrà deciso da qui in avanti. Numerose le polemiche attorno alla chiusura, polemiche che Tanti smorza così: «Abbiamo tutte le competenze organizzative per attuare questa nuova organizzazione. I locali sono quelli che fino a poco fa hanno ospitato l’ufficio sport e giovani. Sono stati fatti lavori e sono ambienti decorosi per ospitare i migranti come lo erano per ospitare gli uffici comunali». È duro Francesco Romizi che da consigliere comunale ha combattuto fino all’utlimo perevitare la chiusura: «La Casa delle Culture era un fiore all’occhiello della città. Con la scelta ideologica e populista dell’amministrazione Ghinelli si chiude uno spazio le cui attività erano virtuose e all’avanguardia, non solo a livello provinciale, ma anche regionale. A questo punto monitoreremo l’immobile ex-casa delle culture nella speranza che non divenga l’ennesimo spazio comunale abbandonato».