Arezzo, 12 gennaio 2025 – “Mi dispiace finisca così, vi faccio un grandissimo in bocca al lupo per il futuro”. Saluta così le cassiere della Pam di Tortaia una signora venuta ieri mattina per fare la spesa. Le sue parole sono il saluto al supermercato con una storia di quasi 40 anni alle spalle, ma soprattutto un abbraccio ai dipendenti che provano con un sorriso a nascondere la delusione per non dire amarezza mista a incertezza per il proprio futuro. Alle 20.30 di ieri è stato emesso l’ultimo scontrino all’interno del punto vendita di via Alfieri. Una giornata scandita dal passaggio di clienti abituali e non solo, entrati alla spicciolata, a momenti più per salutare che non per fare acquisti. Anche perché all’interno l’atmosfera era decisamente mesta.
All’entrata, dove una volta c’era il reparto frutta e verdura adesso c’è solo uno spazio enorme, completamente sgombro. Vuoti gran parte dei frigoriferi che ospitavano latticini e salumi. C’è l’angolo della panetteria ancora rifornito, ma i banchi della carne hanno le tendine abbassate, le affettatrici sono ferme, spente. Vuoti altri scaffali dei prodotti legati alla parafarmacia. Ma d’altronde con una chiusura imminente all’orizzonte era impensabile tenere fino all’ultimo prodotti deperibili e certe tipologie di merce a disposizione.
Una storia che arriva al capolinea per quel supermercato nato sotto l’insegna Superal, in quella struttura a due piani che ha accompagnato la crescita del quartiere Tortaia (e non solo) diventando un punto di riferimento per tutte quelle attività racchiuse in quello che all’epoca era il primo centro commerciale coperto. “Ricordo quando al piano superiore c’era il bar, la cartolibreria e l’edicola, il negozio di articoli per la casa, la lavanderia, e la banca - spiega una signora - si figuri che una volta per carnevale venivano organizzati eventi per bambini e famiglie al piano superiore. Poi è finito tutto, quasi come se non ci fosse più l’interesse. Dispiace davvero tanto”.
“Un punto di riferimento” è la formula più utilizzata a chi viene chiesto, tra gli ultimi clienti, un commento su quanto sta accadendo. “Mi sono trasferita qui con mio marito anni fa e il supermercato era un luogo nevralgico per tutto il quartiere - prosegue un’altra signora - mi domando da domani come faranno le tante persone anziane che vivono nei palazzi che si affacciano su questo stabile. Il supermercato rispondeva anche alle loro esigenze, soprattutto di chi magari non ha la patente ed ha difficoltà anche a muoversi con i mezzi pubblici per fare la spesa”. “Dispiace per i lavoratori - aggiunge un signore - li conosciamo da anni e non avremmo voluto per loro un periodo così da dover affrontare”.
E proprio per i dipendenti è una giornata difficile come non mai. C’è chi tra i clienti prova a fare forza, chi chiede cosa ne sarà del futuro. Una dipendente parla di un suo possibile trasferimento in un altro punto vendita, rifiutando qualsiasi altra ipotesi.
E poi c’è la questione futuro dell’area che anche ieri teneva banco. “Da quanto ne sappiamo l’ufficio postale resterà aperto al piano superiore, mentre per il piano inferiore e quindi eventuali riaperture chissà - racconta un signore che abita proprio a due passi dal supermercato - certo è che si tratta di un immobile grande. Speriamo possa riaprire presto evitando uno stato di abbandono. Non servirebbe a nessuno vederlo a lungo chiuso”.