Questo anello non s’ha da chiudere né domani né mai? No, il Comune ci riprova. Cinque anni fa aveva inserito il progetto nel piano strutturale. Il progetto di prolungamento della tangenziale (o circonvallazione), dalla zona della Catona fino al quartiere Giotto, creando un’alternativa reale al percorso di via Tarlati. La Regione aveva trovato le ipotesi di allora povere di dettagli e quindi insufficienti a valutarne l’impatto, sia in termini ambientali che in termini di circolazione. La giunta aveva accettato di stralciare quei passaggi, pena il naufragio dell’intero piano strutturale. Ma già allora con l’assessore Marco Sacchetti aveva preannunciato un progetto di variante per riprendere in mano la questione.
E nell’ultima giunta quel progetto è passato, approvato come atto di indirizzo. Si riparte? Forse sì, per un’ipotesi che da tanti anni danza sul futuro della città, considerata l’unica realistica per spezzare il cerchio del traffico e agevolare gli spostamenti. Non siamo di fronte ad un progetto che potrà essere portato fino in fondo dall’attuale amministrazione, che però prova a condurre in porto il percorso e la soluzione progettuale.
Il progetto di variante è stato quindi redatto poche settimane fa, dal servizio governo del territorio. Prevede varie soluzioni, tra le quali la giunta con il suo atto di indirizzo ne privilegia due e dà mandato agli uffici di approfondine l’elaborazione scendendo nei dettagli che la Regione aspetta. E di farlo su due ipotesi specifiche. Entrambe prevedono un tratto in galleria, nel rispetto delle compatibilità ambientali e non solo: perchè tra la Catona e la zona est della città ci sono gli Archi, la spina dorsale dell’antico acquedotto romano, cioè un bene artistico di primo livello. La prima ipotesi di tracciato parte dalla futura rotatoria della Catona: è quella che sarà realizzata già entro l’anno nel progetto di braccetto tra il parcheggio del cavallo e il quartiere, soluzione che permetterà di spegnere il semaforo delle code infinite di via Tarlati.
Da quella rotatoria il tracciato di anello correrà in direzione est, passando dagli Archi e atterrando in via Fonte Veneziana, all’altezza del Tribunale. Sfiorerà la collina sotto villa San Filippo, correrà in trincea per circa 300 metri per entrare in galleria all’altezza di via Gregorio X. E così passerà sotto la viabilità tra Villaggio Oriente era San Filippo. In galleria percorrerà quasi 500 metri per uscire in superficie tra via Gamurrini e il convento dei Cappuccini, passando sotto l’Acquedotto vasariano. Poi l’ultimo tratto fino all’ex Garbasso.
L’altro percorso ipotizzato parterà sempre dalla rotatoria sulla Catona per chiudersi in via Redi: sotto ai Cappuccini e all’altezza di via Calò, quindi di Villa Severi. Anche qui con un tratto di galleria più lungo dell’altra soluzione, circa un chilometro e 300 metri, comprensivi di tutto l’incrocio con l’acquedotto vasariano e gli Archi. I progetti dovranno interagire con la rete stradale già esistente nella zona est. Ad esempio almeno il primo percorso si estende alla creazione di un braccio di collegamento tra Via Raffaello Sanzio e Via Trento Trieste, proprio all’incrocio con via Garbasso. Due direzioni sulle quali da ora parte un approfondimento progettuale. Obiettivo? Chiudere l’anello. Per ora sulle carte, domani chissà.
Lucia Bigozzi