
Cile: "La mia vita nell’ultimo disco" Il cantante aretino torna e si racconta
di Angela Baldi
Sono passati 11 anni da quando ha pubblicato il suo primo Singolo Cemento Armato, i tempi del primo album Siamo Morti a vent’anni e dell’apertura del tour dei Cranberries. Poi un romanzo e altri due album: In Cile Veritas e La fate facile, accolti con entusiasmo da pubblico e critica. Il Cile autore tra gli altri per i Negrita e Loredana Bertè, vanta collaborazioni di successo, tra cui quelle con i Club Dogo in Tutto ciò che ho e con J-Ax in Maria Salvador e Fiesta, e la vittoria del premio Sergio Bardotti come miglior testo del Festival di Sanremo 2013, dove aveva partecipato tra le Nuove Proposte con Le parole non servono più. Negli ultimi anni tantissime collaborazioni fino al tormentone estivo con Katia Ricciarelli Tonight Mon Amour. Adesso Il Cile, il cantautore aretino Lorenzo Cilembrini, è tornato con un nuovo singolo che anticipa l’uscita del quarto album.
E’ uscito ieri su tutte le piattaforme per Teide Dischi “Ma che musica c’è”. Il singolo segna anche il ritorno di una delle penne più ricercate del pop italiano. Un brano in cui confluisce l’emozione degli esordi. Qui il cantautore aretino si mette a nudo e racconta di un’esistenza in cui ha sempre lottato per arrivare a traguardi professionali, riuscendo a vivere di musica dopo aver svolto molti lavori umili, con una sana gavetta che ha portato i suoi frutti e che rappresenta la strada migliore per fidelizzare un pubblico.
Il primo singolo del nuovo album è quasi un ritorno alle origini?
""Ma che musica c’è" è un brano in cui ho cercato di far confluire il mio mondo emozionale degli esordi, ho voluto fare una sorta di analisi della mia vita umana, sentimentale e professionale da quando ho iniziato a fare questo lavoro ad oggi".
Una nuova produzione e una nuova spinta espressiva?
"Grazie alla produzione di Boombo, con il quale ho collaborato per tutti i pezzi del disco venturo, ho ritrovato quella forza e liberazione espressiva che col tempo avevo un po’ messo da parte".
Cosa ne è venuto fuori?
"E’ nato un brano che gioca tra i chiaroscuri della memoria, la nostalgia di certe melodie delle estati passate, la voglia di camminare verso il futuro con più disillusione ma con meno zavorre, perché i bravi ragazzi spesso finiscono ultimi, ma non perderanno mai la voglia di gareggiare".