REDAZIONE AREZZO

Circo Orfei bloccato, arrivata in regalo anche la carne per le tigri

Consegnati 150 chili di scarti di pollo per gli animali e ali di pollo per le famiglie circensi donati dalla ditta Vannelli. La consegna grazie ai volontari dell'associazione Daishido

Circo consegna carne ditta Vannelli

Arezzo 23 marzo 2020 - A rischiare il digiuno erano rimaste  solo le tigri. Il circo Rolando e Lara Orfei ne ha ben sei al seguito. Se le richieste di aiuto lanciate alla città dai circensi bloccati da febbraio nell’area aretina di via Duccio da Bonsinsegna  avevano riguardato gli erbivori, la stessa criticità esisteva anche per i carnivori. Nel frattempo sono arrivati pane secco, frutta, ortaggi dalla Coldiretti, dai coltivatori aretini, dai panificatori e dai semplici cittadini che, muniti di sacchetti della spesa  e di tanta buona volontà, hanno contribuito a sfamare gli animali. Restavano fuori dalle donazioni le tigri che, si sa, si nutrono di carne e non di carote. Ora l’aiuto è arrivato anche per loro. L’accademia aretina Daishido si è fatta intermediaria dell’appello lanciato dai circensi attraverso il nostro giornale, ed è riuscita a coinvolgere la ditta di Giuliano e Giulio Vannelli, padre e figlio, che hanno consegnato personalmente 150 chili di avanzi di pollo per consumo animale ma anche due casse di alette di pollo per le cinquanta famiglie circensi bloccate in città da decreto Conte e in difficoltà economiche per la sospensione degli spettacoli. Continua così la catena di solidarietà, ancora più preziosa e significativa in un momento in cui verrebbe da pensare solo a se stessi. Lo striscione “Grazie Arezzo” è ancora lì, alle porte del circo. Un esempio per tutta Italia ora che l’emergenza sanitaria ha messo in crisi tutti i circhi. Doveroso dunque ricordare che a dare una mano agli Orfei sono stati le aziende agricole di Dante Moretti, Del Tongo, Merelli, tutte della Valdichiana, la catena di panetterie Grande Impero di Antonella Rizzato che ha sede anche a  Sansepolcro, la Coldiretti e tanti, tanti  aretini. 

Silvia Bardi