CLAUDIO ROSELLI
Cronaca

Muore a 15 anni in motorino, una comunità in lutto: “Clarissa ci mancherà. Era intelligente e sensibile”

Le parole di Roberto Di Matteo, maestro di Scherma Altotevere: “Mi aveva dato una mano con i più piccoli, era disponibile”. I funerali saranno probabilmente celebrati domani. Il dolore degli amici

Clarissa Burzi durante una gara

Clarissa Burzi durante una gara

Sansepolcro (Arezzo), 24 luglio 2024 –  “È stata una delle prime allieve a seguirci, anche se ultimamente aveva interrotto l’attività, come alla sua età ci può stare, ma resta ugualmente una grande perdita per tutti noi". La tragica scomparsa di Clarissa Burzi, la 15enne residente a Madonnuccia di Pieve Santo Stefano che ha perso la vita nel pomeriggio di lunedì mentre percorreva la provinciale 77 in sella al suo scooter, ha lasciato nel dolore anche il maestro Roberto Di Matteo di Scherma Altotevere, la società della quale Clarissa è stata una tesserata. "Aveva iniziato con noi a Sansepolcro – ricorda Di Matteo – poi ci aveva seguiti anche a San Giustino, dove oggi abbiamo la sede e ha svolto attività fino a pochi mesi fa, perché nel frattempo aveva coltivato altri interessi, in particolare per la musica e il canto. D’altronde, quando si è giovani e dinamici come era lei, la voglia di provare nuove esperienze è tanta e comprensibile".

Tre gli aggettivi con i quali il maestro Di Matteo sintetizza la figura della sfortunata ragazzina: "Intelligente, sensibile e molto brava. Sul piano strettamente agonistico, Clarissa aveva partecipato a diverse gare di valenza nazionale e regionale nella "spada", perché questa è la nostra specialità della scherma, dimostrandosi una valida atleta e poi mi aveva dato una grossa mano con i più piccoli, a conferma anche della sua disponibilità in ogni circostanza".

Tanta l’emozione che la notizia del mortale incidente ha suscitato sia alla Madonnuccia, dove abitava con la famiglia, sia più in generale nell’intera Valtiberina, anche fra coloro che non la conoscevano. Il crudele destino stava attendendo Clarissa sulla via del ritorno a casa, lungo quella che un tempo era la Tiberina 3 bis, nel tratto fra la zona industriale Pian di Guido e il bivio per Baldignano; un tratto che costeggia l’asse della E45 e di fatto anche la diga di Montedoglio. Cosa sia realmente successo in quel punto è un segreto che la giovane si è con ogni probabilità portata con sé, anche se i Carabinieri della Compagnia di Sansepolcro stanno effettuando le relative indagini e magari ascolteranno la testimonianza dell’amico che la seguiva - anche lui alla guida di un motorino – e che ha assistito alla straziante scena, dando subito l’allarme.

Una distrazione, un malore improvviso o cos’altro? Sono soltanto due ipotesi da non escludere, per capire come abbia potuto finire fuori strada e battere con violenza la testa contro una palina della fermata autobus. Il sacchetto ritrovato sul posto, con la merce che vi era contenuta, induce a pensare che Clarissa avesse fatto la spesa in un supermercato di Pieve e che di conseguenza si stesse dirigendo verso casa.

Fra le certezze, c’è il suo coinvolgimento unico nel sinistro: in attesa che gli inquirenti trovino i chiarimenti del caso, il corpo della ragazza rimane ancora all’obitorio dell’Ospedale della Valtiberina di Sansepolcro. I funerali dovrebbero tenersi quasi certamente nella giornata di domani.