Alberto Pierini
Cronaca

Classico, tutti negativi allo screening: alle superiori prima classe in quarantena

Il caso al Fossombroni. Scattati dal Petrarca i controlli a campione sugli studenti: presto estesi a scuola anche a prof e bidelli. Parlano i ragazzi al debutto

Foto di gruppo dopo il tampone

Arezzo, 16 gennaio 2021 - «Lo confesso, ero un po’ preoccupata: ma ho accettato perché è un contributo per uscire dall’epidemia, tutti insieme». Emma Scipioni viene da Bibbiena, lunghi capelli neri e uno sguardo sotto la mascherina che parla da solo. E’ stata la prima ad entrare nel laboratorio di chimica non per fare un esperimento ma per sottoporsi ad un tampone.

Lì, nel cuore del Liceo Classico, scelto per lanciare lo screening nelle scuole. Uno screening a campione: viene scelta una sezione e dentro si procede in ordine alfabetico. I primi della 5° A (anche se al Petrarca la tentazione di chiamarla terza liceo è fortissima) sono stati i pionieri, altri seguiranno tra una settimana. Altri cinque sempre ieri in un’altra classe.

E' un percorso netto: dieci negativi su dieci. Tamponi antigenici veloci: analizzati dal laboratorio Asl ma i tempi sono più stretti di qualunque tampone molecolare.

«Per me è una soddisfazione che la partenza sia stata da qui» spiega la preside Mariella Ristori. Partenza on facile: perché è chiaro che lo screening richiede un consenso. In una delle classi di via libera ce n’erano pochi: si tratterà di capire se solo per una questione di tempo.

E la scelta del campione nelle stesse sezioni? «Abbiamo valutato – spiega per la Asl Nicola Vigiani – che questo garantisca una copertura già idonea a misurare la progressione nel tempo». Se non bastasse i criteri potrebbero essere ritoccati in corsa. E’ l’operazione «scuole sicure»: un mantello che solo in città si allargherà anche sul Margaritone, sul Liceo Colonna, sullo Scientifico, sul Piero della Francesca, sull’Itis Galilei e sul Buonarroti Fossombroni in entrambi gli indirizzi. Fossombroni che intanto ha registrato il primo positivo dopo la riapertura, con inevitabile quarantena per i ragazzi e parte dei professori.

Un film già visto e dal quale sono passati tutti gli istituti: anzi, in questo caso è probabile, visti i pochi giorni dalla ripartenza delle lezioni, che il contagio sia iniziato da fuori. Come, è la linea dei presidi, quasi tutti quelli verificatisi fino ad oggi. «Comunque – conferma il preside del Fossombroni Stefano Cammerieri – siamo contenti di far parte di questo progetto».

Che non riguarda solo lo screening ma anche un approccio più rapido ai casi che dovessero riscontrarsi, a scuola o no. Con aule subito pronte ad un tampone rapido. Come quel laboratorio del Petrarca, familiare a quanti via via hanno frequentato il Liceo, che pur dà più volentieri del tu al greco che non alla chimica. «Forse – spiega Emma – sarebbe stato meglio riaprire in una fase più chiara: però rientrare tra i compagni è stata una bella emozione». Lo conferma anche Costanza Nicchi, di Castiglion Fiorentino.

«E’una prova importante per contribuire al tracciamento dei casi». Come ha vissuto i giorni del ritrovato affollamento in centro? «Da lontano, un po’ per rispettare le regole e un po’ per timore del contagio. Ormai abbiamo capito che con questo virus non si scherza». Con loro c’è anche Michele Valtriani, di Capolona. «La didattica a distanza ci ha dato una bella mano in questi mesi e forse avrei preferito continuare: stare qualche ora al computer non mi preoccupa».

Ma non basta a tutti. «E’un tipo di scuola nel quale manca l’incontro e quello è determinante» spiega Emma. Professori e bidelli gli lasciano il centro della scena. Ma è solo l’inizio. Già nei prossimi giorni la Regione dovrebbe estendere i controlli al personale. «Sapremo lunedì – ci conferma il direttore della Asl Antonio D’Urso – le linee». Da ieri sono scattati i nuovi protocolli.

Se un ragazzo manifesta dei sintomi in classe il test è quasi in presa diretta: o a scuola o al primo drive trhough. Le risposte già in serata e probanti. Anche se nel caso di positività è richiesto il tampone molecolare.

I primi studenti escono dal laboratorio con le lacrime agli occhi. Emozione? No, l’effetto del test, specie nel naso. «Fastidioso ma il dolore è un’altra cosa» commenta Emma, esercitando la saggezza degli antichi. In quei corridoi quanto mai di casa. A