Salvatore Mannino
Cronaca

Coingas, l'inchiesta non è finita: omissis e stralci del Pm, la Digos sente altri testi

Si procede per abuso d’ufficio, ma non sono indicati eventuali indagati Secretate decine di pagine con informative di polizia e altri atti di indagine

Roberto Rossi

Arezzo, 27 giugno 2020 - C’è una punta emersa dell’Iceberg, l’avviso di chiusura indagine e le 6 mila pagine di atti appena depositate dal Pm Andrea Claudiani, poi trasferitosi a Perugia, e c’è quella che resta sotto il pelo dell’acqua. Un altro fascicolo, ancora rubricato momentaneamente come abuso d’ufficio, sul quale le indagini continuano. Senza che per adesso si capisca dove ed eventualmente a chi possano arrivare. Insomma, l’inchiesta che fa tremare da un anno la politica aretina non è ancora finita e chissà a quali sviluppi ulteriori può portare.

Lo si ricava da alcuni dati certi. Innanzitutto il provvedimento di stralcio disposto appunto dal Pm Claudiani, col quale, visti gli atti del fascicolo originario, si dispone il trasferimento di una parte delle carte in un nuovo procedimento. Proprio quello nel quale si ipotizza provvisoriamente un altro abuso d’ufficio, ma ovviamente senza capire a quali «fatti storici» si faccia riferimento.

Derivano da qui gli omissis di cui sono costellate le 6 mila carte messe a disposizione delle difese. Tutti puntigliosamente indicati da Claudiani nel decreto di stralcio. A ripercorrere la montagna di documenti, ci si imbatte infatti ripetutamente in parti secretate. Cosa significa? Che la procura evidentemente ipotizza altri episodi, non contestati nell’avviso di chiusura, ma che entrano a far parte di un procedimento diverso.

Gli omissis fanno riferimento a quelli e in questo il Pm è autorizzato a mantenere il segreto d’indagine, purchè quelle carte riguardino altri «fatti storici» non contestati nel 415 bis attuale. Del resto, che un’altra inchiesta di cui non si capisce ancora l’oggetto continui, lo si capisce anche dall’attività della Digos, che sta continuando a sentire persone, specie testimoni.

Questo però è un futuro ancora nebuloso. Il presente è l’iter dell’indagine arrivata a conclusione e assegnata al Pm Roberto Rossi, che probabilmente si occuperà anche dell’altra in corso, erede di Claudiani. Teoricamente i venti giorni previsti dal codice per la presentazione di documenti, indagini difensive, e richiesta di interrogatori, passano alla svelta. Ma gli avvocati difensori hanno già fatto presente che studiarsi un fascicolo mastodontico come questo richiede tempo.

Un gentlemen’s agreement potrebbe portare il termine di legge fin oltre la metà di luglio, col risultato che gli eventuali approfondimenti istruttori slitterebbero a settembre (nel mezzo c’è agosto, mese di ferie legali). Il resto è tutto fatto di ipotesi. Con le prime brume d’autunno (diciamo settembre inoltrato, mese impegnativo perchè ci sono anche le elezioni del sindaco) potrebbero arrivare le richieste di rinvio a giudizio, che porterebbero alla fissazione dell’udienza preliminare.

Quanto ci vorrà per questo ulteriore passaggio? Di solito, un fascicolo approda al Gip in tre-quattro mesi, ma siamo in epoca di post-Covid, quindi ci stanno scadenze più lunghe. Si dovrebbe dunque arrivare almeno al nuovo anno. Poi si vedrà. Qualcuno magari potrebbe pensare a un rito abbreviato, qualcuno sperare in un’archiviazione. Ma che un processo si faccia pare inevitabile. Con quali protagonisti?