LUCA AMOROSI
Cronaca

Commercio, i negozianti bocciano lo scontrino elettronico: "Più spese e difficoltà"

Critici quasi tutti gli operatori: «Complica la vita, aumenta i costi, non abbatte l’evasione e non è eco: si impenna il consumo di carta». Ma c'è anche chi apprezza

Partiti gli scontrini elettronici

Partiti gli scontrini elettronici

Arezzo, 13 gennaio 2020 - Come direbbero gli inglesi, il «trend topic» di questo inizio di decennio è lo scontrino elettronico, obbligatorio per tutti gli operatori economici che emettono ricevute fiscali, quindi commercianti, artigiani, alberghi o ristoranti. Era partito in via sperimentale a luglio 2019 ma solo per esercizi con un determinato volume d’affari, mentre con lo scoccare del 2020 si sono dovuti adeguare tutti. Lo avranno fatto volentieri o controvoglia? La nuova norma è utile o svantaggia il commerciante?

I diretti interessati hanno cercato di rispondere, ma alcuni si domandano quale sia la reale utilità del provvedimento. Come Roberto Pellegrini di «Maior» sul Corso Italia: «Non credo sia funzionale se non per l’Agenzia delle Entrate che si ritrova già tutti i dati pronti, trasmessi direttamente dal registratore di cassa, comprato nuovo per adeguarci, per non parlare delle spese del collegamento al router. Vi faccio vedere: anche solo per fare un reso di merce, ora bisogna premere tre tasti invece di uno; il processo è più macchinoso».

Le spese di adeguamento sono rimaste indigeste: «È vero che metà dei soldi ce li rendono, ma intanto abbiamo pagato - brontola Alessandro Banchelli dell’omonimo negozio di abbigliamento in centro - È un obbligo che ci hanno imposto ma che non risolve il problema: chi non fa lo scontrino continua a non farlo. Mi fa ridere anche la lotteria degli scontrini: per avere più possibilità di vincere, un cliente se ne fa fare dieci da dieci euro per una spesa di cento? Un’altra misura all’italiana che lascia il tempo che trova».

Sara Carboni, titolare del negozio Imperial, snocciola le varie problematiche: «Se finora un negozio non aveva connessione internet, ora è costretto a metterla e se ci sono problemi di trasmissione di dati devi risolverli entro dodici ore: io stessa non ho ancora ben capito come fare nel caso. Poi ovviamente, c’è stata la spesa per cambiare la cassa; ci sono degli sgravi ma comunque è un costo. Ma la novità che dà più nell’occhio è che il nuovo scontrino è più lungo e consuma più carta».

Un aspetto, quest’ultimo, che si lega all’ecologia e alla riduzione dei consumi, temi molto caldi e che rimarca anche Simone Nappini della coltelleria di via Madonna del Prato: «Ho notato un grande spreco di carta: la chiusura di cassa è uno scontrino lunghissimo e serve un rotolino alla settimana. Per il resto ci cambia relativamente poco: il sistema vira sempre più verso il digitale, ma il registro cartaceo va comunque tenuto e le tasse se vogliono le riscuotono lo stesso. Verificheremo nei prossimi mesi se ha una sua utilità o no».

Infine, c’è anche l’opinione positiva di Leonardo Peloni, del negozio L’Albero in corso Italia: «È un provvedimento importante perché le tasse devono pagarle tutti. Mi sembra una cosa giusta, così viene tutto trasmesso direttamente all’Agenzia delle Entrate. Chiaramente, fatta la legge trovato l’inganno: chi non batte non batte, elettronico o meno che sia. E bisogna stare attenti quando si batte, perché se si sbaglia è tutto subito registrato e diventa un guaio».