Arezzo, 26 novembre 2020 - Tasse, sciopero fiscale, allentamenti natalizi per le chiusure delle attività commerciali: c’è di tutto in questa fase economica pesantemente condizionata dal virus dell’anno bisesto 2020. Escono le prime indiscrezioni sul nuovo decreto: negozi aperti fino alle 22 mentre per i ristoranti dovrebbe sostanzialemnte continuare il digiungo con l’apertura solo fino alle 18.
Ma vedremo nei dettagli quando tutto sarà più chiaro. Intanto a proseguire è la rivolta fiscale proclamata da Confcommercio della Toscana, seguita a ruota, proprio ieri, da un’identica iniziativa presa dalla sorella di Sardegna. «E non è sufficiente - ricorda il direttore regionale e aretino Franco Marinoni - lo slittamento dei pagamenti al 30 aprile: è un provvedimento che sì salutiamo con favore ma assolutamente convinti che non basta. Noi vogliamo la cancellazione non il rinvio». I telefoni dell’associazione di via XXV Aprile scottano.
Decine e decine le chiamate di commercianti che aderiscono alla protesta ma che allo stesso tempo chiedono lumi sulle imposte da non corrispondere, su quelle che invece vanno comunque onorate, sui molteplici aspetti dell’inedito sciopero fiscale. Ed è la stessa Confcommercio a fare chiarezza, indicando intanto queli sono le prime scadenze: ovvero gli acconti Irpef, Ires e Irap del 2020.
«Sono queste le imposte in scadenza il 30 novembre che non dovranno essere versate dagli imprenditori e professionisti toscani che aderiscono allo sciopero fiscale», ricorda l’associazione. «I tre acconti - prosegue la nota ufficiale - costituiscono insieme il 50% delle imposte dovute in un anno. Il mancato incasso dovrebbe essere subito ben visibile all’erario statale, sottolineando con l’evidenza dei numeri il contributo del terziario nella composizione della ricchezza del nostro Paese». Questo pare in definitiva il principale obiettivo di Confcommercio, ribadito dalla presidente aretina e toscana Anna Lapini.
«Non invitiamo a delinquere - sostiene Lapini - lo sciopero è una protesta di una categoria in grave difficoltà che chiede più attenzione, che non interrompe il servizio ma il pagamento secondo un diritto riconosciuto e tutelato dalla Costituzione agli articoli 39 e 40». Il tutto nella consapevolezza che le tasse non corrisposte, andranno comunque pagate a tempo debito.
«Ma oggi - insiste Lapini - sono tanti quelli non in condizioni di pagare, intanto perché la priorità va ai dipendenti e ai fornitori. I niostri associati ci hanno chiesto la copertura politica per i mancati versamenti che ci sarebbero comunque stati, essendo oggettivamente impossibile adempiere alle scadenze». Lo slittamento ad aprile di cui si parla, è visto da Confcommercio come una risposta alla protesta lanciata dall’associazione toscane. Però, all’unisono con Marinoni, Anna Lapini ribadische che « il rinvio non basterebbe: serve la cancellazione delle imposte per questo annus horribilis».
Andrà invece rispettata, ricorda via XXV Aprile agli associati, la seconda rata dell’acconto per i contributi previdenziali Inps per imprenditori e professioni. «Iva e ritenute sul compenso di dipendenti e professionisti vanno sempre versate, così come, nel caso degli alberghi, quanto ricevuto dal cliente come tassa di soggiorno, perché in questi casi si tratta di soldi che l’impresa riscuote per conto di altri enti», chiarisce il direttore Toscana Franco Marinoni. Andranno poi rispettati gli adempimenti fiscali quali l’invio telematico del modello redditi 2020, del modello Irap 2020 e delle liquidazioni periodiche Iva.