![L’arcivescovo di Firenze boccia la legge, chiede interventi per i detenuti e profila anche l’amnistia . L’arcivescovo di Firenze boccia la legge, chiede interventi per i detenuti e profila anche l’amnistia .](https://www.lanazione.it/image-service/view/acePublic/alias/contentid/MGVkMjliYmQtMzUzMi00/0/conforto-la-festa-dei-quarantamila-scoppia-lallarme-su-fine-vita-e-carceri.webp?f=16%3A9&q=1&w=1280)
L’arcivescovo di Firenze boccia la legge, chiede interventi per i detenuti e profila anche l’amnistia .
"Questa legge non è un traguardo, è una sconfitta per tutti". Gherardo Gambelli, il nuovo arcivescovo di Firenze, è al suo debutto alla festa della Madonna del Conforto, l’evento che trasforma per un giorno Arezzo. È lì, sull’altare della Cattedrale, e dietro gli occhiali dalla montatura asciutta si affaccia su un muro di folla. Saranno a fine giornata quasi quarantamila persone, tra fedeli e quella parte orgogliosamente laica che una volta all’anno accorre in Duomo. "Non conoscevo questo evento – spiega alla fine della celebrazione – è una grande gioia averlo scoperto". Ma proprio il concetto di conforto lo porta con agilità a cambiare piano, a innestare la devozione nella cronaca, tra la legge di fine vita e il dramma delle carceri, spinto fino all’amnistia. "Consolazione è quella che chiedono tanti malati, anche quelli terminali e i loro familiari". E infilato un percorso tutt’altro che casuale procede a dritto. "Alleviare solitudine e dolore delle persone che soffrono, migliorare l’accesso alle cure palliative e agli hospice, contrastando il senso di abbandono che conduce alla disperazione è segno vero di amore e cura, di rispetto del diritto alla vita".
Davanti la porta è spalancata per colpire. "Una legge che sancisce il diritto alla morte è una sconfitta per tutti. La priorità non può essere come si deve morire ma proteggere la vita dall’origine sino al suo termine. La vita è un bene, non la morte".
È la linea di tutti i vescovi toscani, al suo fianco il titolare di Arezzo Andrea Migliavacca era uscito per primo con un attacco durissimo a quegli articoli, Ma Gambelli ha atteso la giornata aretina, forse anche per radicare le considerazioni, da biblista esperto, nel Vangelo. Passaggi che non passano inosservati, è raro nella centenaria storia della Madonna del Conforto ascoltare un’omelia così incardinata nella cronaca. E Gambelli ribadisce tutto dopo la Messa. "Questa legge non è giusta. Scoraggia il lavoro di quanti operano negli hospice, negli ospedali. Il suicidio non è una strada". Intorno la festa continua: fuori della Cattedrale c’è una coda di 50 metri per ricevere la rituale benedizione. Oltre dieci confessionali lavorano a pieno ritmo, le assoluzioni si incrociano alle code. Il portone si era aperto alle 6, con il sole a sciogliere il tappeto di grandine lasciato dal maltempo, un San Valentino con molti fulmini e pochi cuori. E grandine, o forse sassolini, Gambelli si porta dietro da Firenze, dalla quale lo raggiungono altre brutte notizie. "Ho appreso in questo momento di un altro suicidio a Sollicciano, mi rattrista molto: invece di essere un luogo di rieducazione il carcere è segnato dalla disperazione. La società si deve rendere conto di quello che sta succedendo, le parole siano accompagnate da gesti concreti perché questo non si verifichi più".
E qui apre la strada anche all’amnistia, tra l’altro chiesta dal Papa per l’anno del Giubileo. "“Sì – risponde a una domanda – di sicuro anche quella soluzione può aiutare ma non esiste un solo rimedio: ci vuole grande attenzione per Sollicciano e per questo mondo. Così le carceri diventano discariche sociali". Fa una pausa, raccogliendo le idee con lucidità da missionario. "Anzi, lo sono già: questo deve interrogarci".
Interrogativi che lancia tra i fedeli della Madonna del Conforto, un fiume in piena, fino alla mezzanotte della chiusura del portale. Fino all’ultima assoluzione. Al suo fianco durante la Messa l’ex presidente della Cei Gualtiero Bassetti e il cardinale Simoni, l’"eroe" della fede albanese, 97 anni, molti dei quali passati nelle carceri del regime o al lavoro nelle fogne di Scutari. Si sistema gli occhiali e riprende la strada di Firenze.