
Consegna la patente sospesa e riparte in auto
di Gaia Papi
Gli tolgono la patente, lui molto disciplinato va e la consegna alla polizia municipale. Ma poi scende dagli uffici, sale in auto, si mette alla guida e parte. Potrebbe sembrare l’inizio di una barzelletta, ma invece è tutto vero. E’ accaduto qualche giorno fa, protagonista un quarantottenne polacco residente ad Arezzo. Questo signore di meza età si è presentato agli uffici della polizia municipale, in via Setteponti, per consegnare la patente di guida che gli era stata sospesa dalla Prefettura perché trovato a circolare sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.
Una sospensione di molti giorni, più di duecento, un break di circa sette mesi, pesantuccio per qualunque automobilista
Fin qui niente da eccepire. Solo che, dopo aver consegnato la patente di guida, l’uomo è uscito dagli uffici della polizia municipale ed è salito a bordo della sua auto. Si è rimesso alla guida e si è allontanato. Forse sovra pensiero, la forza dell’abitudine che gli ha giocato un brutto scherzo? No, perchè i momenti successivi a quella che sembra a tutti gli effetti la trama di un film comico hanno confermato che non si è trattato affatto di distrazione.
A rendersi conto di quanto stava accadendo è stata un’agente della municipale che ha visto l’uomo uscire dal piazzale della centrale e andarsene tranquillamen te in macchina. Manovra perfetta, si è affacciato sulla Setteponti, ha dato la precedenza a chi arrivava e alla fine si è inserito sulla strada.
Immediata è scattata la comunicazione agli agenti che si trovavano di pattuglia in strada. Non è stato difficile, il polacco, senza patente, è stato subito intercettato.
Fermato poco dopo da una pattuglia degli stessi vigili urbani, è scattata la sanzione per guida con patente sospesa e il veicolo è stato posto a fermo amministrativo per tre mesi. Candidamente l’uomo alla domanda del perchè, nonostante avesse la patente sospesa, si trovasse alla guida ha risposto: "Ho bisogno dell’auto per andare al lavoro". E lo ha detto anche in maniera piuttosto alterata agli agenti, increduli della risposta.
Nessuna distrazione quindi, come era plausibile. Ma quasi la consapevolezza di non poter rispettare la legge per una sua necessità: ora la patente non c’è più, l’auto è sotto sequestro. Non restano che i mezzi pubblici.