Arezzo, 18 dicembre 2024 – Per Natale, il torrente Sovara guadagna sicurezza. E ancora una volta per attenuare il rischio idrogeologico il Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno “gioca la carta” dell’ingegneria naturalistica.
L’importante criticità, “curata con tecniche green”, interessava il tratto al confine tra i comuni di Anghiari e Monterchi, subito a valle della Strada Statale 73, a ridosso di quello che sarà il futuro percorso della Due Mari.
A portarla alla luce era stato il taglio di vegetazione, effettuato dal Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno, lo scorso anno. In seguito all’esecuzione della normale operazione di manutenzione ordinaria, programmata nel piano delle attività, infatti, i tecnici hanno potuto constatare che parte di una vecchia palificata era ormai dissestata e parzialmente aggirata dalla corrente.
“Il dissesto aveva generato una profonda “ferita” nell’arginatura destra, che risultava notevolmente indebolita e ormai esposta all’azione della corrente”, spiega l’ingegner Enrico Righeschi, del settore difesa idrogeologica dell’Ente e referente della Unità Idrografica Omogenea Valtiberina.
“Il Consorzio ha deciso di intervenire per sanare la problematica. La scelta progettuale, elaborata dall’Ente e approvata dal Genio Civile Valdarno Superiore, è caduta sull’installazione di un’opera “mista” poco impattante e perfettamente inserita nel contesto rurale circostante, che, oltre alla vicina Due Mari, ospita terreni vocati principalmente alla coltivazione del tabacco, prodotto leader della Valtiberina”, commenta Righeschi e aggiunge: “Nelle fondazioni e al piede di sponda è stata inserita una scogliera in massi ciclopici per dare stabilità alla struttura, al di sopra di questa sono stati posizionati quattro ordini di palificata doppia in legno vivo, riempiti con materiale reperito in loco, protetto da un stuoia anti-erosione e anti-dilavamento.
È stato infine ripristinato il coronamento arginale per consentire il passaggio di mezzi meccanici di dimensioni ridotte da impiegare per l’esecuzione di future manutenzioni”.
“Oltre ad avere un minor impatto rispetto alla consueta installazione di strutture in massi ciclopici, la soluzione mista (scogliera-palificata) adottata dal Consorzio ha prodotto un notevole risparmio di risorse e ha consentito l’utilizzo di materiali naturali e autoctoni.
Il nostro Ente è sempre più impegnato a promuovere soluzioni green per coniugare sempre meglio difesa idrogeologica e conservazione delle caratteristiche ambientali.
In questo caso, si è seguito il metodo già impiegato con successo per le sistemazioni in ingegneria naturalistica delle sponde in frana, realizzate lo scorso anno sulla Reglia dei Mulini di Anghiari”, precisa la Presidente del Consorzio Serena Stefani.