Coppia gay riconosce figlio: "Costretti a lasciare Arezzo"

Noah di appena 16 mesi, è iscritto al Comune di San Lazzaro, nel Bolognese. Dopo i no ricevuti qui la scelta di trasferirsi. La sindaca: "Questione morale".

Coppia gay riconosce figlio: "Costretti a lasciare Arezzo"

Coppia gay riconosce figlio: "Costretti a lasciare Arezzo"

di Angela Baldi

AREZZO

Sedici mesi e un trasloco per vedersi riconosciuto nell’atto di nascita. E’ la storia di Noah il piccolo da ieri iscritto al registro del Comune di San Lazzaro, alle porte di Bologna, insieme ai suoi genitori Pierfilippo e Nino. Una famiglia omogenitoriale, che prima viveva in provincia di Arezzo e che si è trasferita nel bolognese perchè in Toscana non veniva riconosciuta. A darne notizia è la stessa sindaca di San Lazzaro Isabella Conti sui social che definisce la vicenda "Una questione morale". "Noah fino ad oggi per il nostro Paese non esisteva - spiega Isabella Conti - nessuna trascrizione del suo atto di nascita, nessuna residenza. Un fantasma nel nostro ordinamento. Quando Pierfilippo e Nino, i suoi genitori, mi hanno raccontato la loro storia, non mi è stato possibile restare indifferente".

Di qui la decisione di riconoscere la famiglia. "Nel nostro comune, questo bimbo viene registrato con il suo nome e con entrambi i suoi genitori" prosegue il sindaco. "Oggi nel nostro Paese, i figli delle coppie omogenitoriali subiscono una contrazione dei loro diritti che può condannarli per sempre a non avere tutele e a non poter far valere il proprio status di figli nei confronti di coloro che hanno deciso di farli venire al mondo – continua il sindaco di San Lazzaro - Questo perché ad oggi l’unico strumento attraverso il quale un genitore intenzionale può riconoscere un figlio è quello dell’adozione in casi particolari, istituto giuridico assolutamente inidoneo sia perché nasce per disciplinare esclusivamente aspetti economici tra adottante e adottato sia perché per ottenere la pronuncia del tribunale passano anni". Nel caso di Noah per far valere i propri di diritti e ottenere un atto di nascita è servito il trasferimento da Arezzo. "Oltre alla riflessione giuridica però, che per deformazione professionale considero sempre prioritaria – continua Isabella Conti che ha riconosciuto di fatto la famiglia aretina - mi è stata di conforto culturale e morale l’enciclica Amoris Laetitia di Papa Francesco. Penso che noi tutti dovremmo scegliere la strada che metta al centro i più fragili e cioè i bambini, prevedendo per loro la massima tutela possibile, e dunque la doppia tutela genitoriale, così come previsto dalla nostra Costituzione".