CORTONA
Cronaca

Cortona piange Migliacci ‘Paese mio’ in una canzone

Addio al paroliere molto legato alla città: le aveva dedicato l’inizio di "Che sarà". Ha scritto alcuni dei brani più famosi della musica italiana. Il cordoglio di Meoni.

di Laura Lucente

Il "paese mio che stai sulla collina" saluta con commozione Franco Migliacci, Il celebre autore dell’intramontabile successo "Che sarà" ispirato proprio alla città , è morto ieri a Roma all’età di 92 anni in una clinica romana. Franco Migliacci, all’anagrafe Francesco, è stato uno degli autori e produttori musicali più importanti della storia della canzone italiana. Autore di canzoni rimaste nella storia della musica leggera italiana, come "Nel blu dipinto di blu" (realizzata nel 1958 con Domenico Modugno che la ha poi resa celebre), i successi di Morandi quali "C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones", "Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte", "Andavo a cento all’ora", "In ginocchio da te", paroliere di brani cantati da Mina, Milva, Fred Bongusto, Rita Pavone e Patty Pravo, scopritore di talenti del calibro di Nada e Renato Zero.

Il suo legame con la città è stato molto forte. "È un po’ la mia seconda casa, i ricordi d’infanzia più cari sono legati a questa terra", aveva raccontato. Nativo di Mantova, si era trasferito a giovanissimo. I genitori erano entrambi cortonesi. La stessa città ed il suo territorio sono stati fonte di ispirazione primaria per tante delle composizioni di Migliacci.

Una tra tutte proprio la canzone "Che sarà" resa celebre dai Ricchi e Poveri a Sanremo. Scritta negli ‘70 raccontò il boom economico, l’abbandono della campagna per la ricerca dell’impiego in fabbrica. Una canzone malinconica dove raccontava di una "di cui noia, abbandono, e niente son la tua malattia", frase che anni dopo lo stesso Migliacci giustificherà ricordando che non era una critica. "Purtroppo, quelli erano anni duri per tutti. Per realizzarci professionalmente bisognava lasciare gli affetti e trasferirsi altrove. È quello che ho fatto io, ma anche tanti amici e parenti che avevo a ". In città è tornato spesso per ritrovare amici o perché invitato a presiedere a numerose iniziative. Tra queste nel 2009 per ricevere il premio ntiquaria e nel 2011 per ritirare anche il "Premio Civiltà Contadina". "Ogni volta che torno sento il tipico brivido che prova un innamorato alla vista della sua donna", aveva ricordato. "L’Italia perde un grande artista e perde una personalità che ha dato lustro a questa città" ha commentato il sindaco Meoni.