LUCIA BIGOZZI
Cronaca

Cosa serve per disegnare una città a misura di giovani

Nell’uscita delle nostre classi, 3D e 1C abbiamo scoperto che la nostra città non è solo come la conosciamo e...

Disegno realizzato da Leonardo Binazzi

Disegno realizzato da Leonardo Binazzi

Nell’uscita delle nostre classi, 3D e 1C abbiamo scoperto che la nostra città non è solo come la conosciamo e vediamo noi; infatti analizzandola accuratamente sono emersi dettagli che non avevamo mai notato. Le strisce pedonali finiscono su un albero; i marciapiedi della via principale sono spesso inaccessibili alle persone che necessitano una facilitazione perché generalmente non sono dotati di rampe; alcuni marciapiedi le hanno, però sono inutili perché non permettono una semplice uscita. Abbiamo notato che il parcheggio dei disabili e quello per le donne incinta spesso non viene rispettato e occupato da chi non ne ha diritto. Più volte gli automobilisti parcheggiano i loro mezzi davanti all’ unica rampa di accesso ad una bella piazza alberata. Pensiamo che un buon percorso debba avere più vie di uscita sia per motivi di sicurezza che civici. Alcuni semafori sono sprovvisti di dispositivi uditivi per gli ipovedenti oppure ne sono forniti ma consentono solo un attraversamento molto rapido. Alla luce di quanto osservato, ci chiediamo come sia possibile che i progettisti dell’urbanistica non abbiano preso sufficientemente in considerazione questi importantissimi aspetti. È doveroso da parte nostra far notare questi dettagli che appaiono insignificanti ma che sono molto rilevanti. Il nostro compito è impegnarci affinché la nostra generazione possa apportare le modifiche necessarie a far sì che la nostra città divenga più sicura, più accessibile, più inclusiva e dunque più felice.