di Federico D’Ascoli
La soddisfazione di trovare un bel porcino è unica per qualsiasi fungaiolo. Ma Antonio Gennari non è un cercatore come i tanti che battono a tappeto i boschi e non rivelerebbero nemmeno sotto tortura i posti migliori per tornare a casa con il cestino pieno. Micologo di fama nazionale, Gennari è direttore del Centro studi di micologia e racconta di aver scoperto negli ultimi 25 anni 8 specie di funghi che sono state registrate, con tanto di patrimonio genetico, nei registi internazionali del settore. Il primo in zona Torrino negli anni Novanta, l’ultimo all’inizio di quest’anno sulle spiagge della Puglia. "Il primo ha preso il nome scientifico di Stereopsis reidii, l’ultimo quello di Amanita sabulicola perché si tratta di un fungo che cresce nella sabbia – spiega Gennari – solo uno tra questi otto risulta commestibile dalle analisi: si chiama Lyophyllum microsporum e l’ho trovato nel 1999 ad Ansedonia, al tombolo della Feniglia".
Il numero di specie conosciute di funghi viaggia oltre quota 100 mila. Ma trovarne di sconosciute ha un sapore speciale: "Quando sono di fronte a una specie che non riconosco, tra le migliaia che ho studiato in vita mia – prosegue il micologo – ho il sesto senso di capire quasi subito che si tratta di un fungo non ancora censito. Ma l’iter per arrivare al riconoscimento della scoperta a livello internazionale è lungo e complesso: serve lo studio di una bibliografia sterminata prima di cantare vittoria. In più oggi per riconoscere una nuova specie come tale viene anche mappato il patrimonio genetico".
La sua passione per cappelle, lamelle, gambi e spore nasce da bambino, quando seguiva il padre che da San Fabiano arrivava in città con l’Ape per vendere qualche porcino e qualche gallinaccio arrotondando i guadagni da boscaiolo. La passione è diventata professione con il tempo: "Appena ho potuto, avrò avuto una ventina d’anni, mi sono comprato un libro con tutte le ricette sui funghi e più che leggerlo l’ho divorato: l’ho imparato praticamente a memoria. Sono poi diventato infermiere e al pronto soccorso mi sono trovato tante volte di fronte a persone intossicate da funghi. Per questo ho frequentato il corso da micologo a Trento, poi ho creato e diretto l’ispettorato micologico di Arezzo, ho scritto otto libri sui funghi e ho fondato il gruppo Bresadola di Arezzo che oggi ha trecento soci. E, soprattutto, di trovare funghi non mi sono ancora annoiato".