Una perizia per valutare le lesioni di Muhammad N. il giovane pakistano di 29 anni che a ferragosto scorso sarebbe stato costretto a bere acido muriatico. È stata disposta dalla procura di Arezzo che ha incaricato un medico legale dell’ospedale San Donato di Arezzo per portare avanti gli accertamenti. Quanto emergerà sarà fondamentale per stabilire quale sarà il capo di imputazione che verrà contestato all’altro pakistano, quello indagato, che lo avrebbe costretto a bere acido cloridrico. Le ipotesi di reato vanno dalle lesioni gravissime al tentato omicidio e la relazione sarà decisiva per la formulazione dell’accusa. L’esame è stato disposto ed effettuato nelle scorse settimane e il medico legale ha 90 giorni di tempo, ai quali ha chiesto una proroga, per mettere per iscritto le sue valutazioni e comunicarle alla pm Julia Maggiore che segue il caso. C’è da aspettarsi anche una seconda consulenza, stavolta dall’imput dell’avvocato della vittima Marco Gnalducci, che segue il caso insieme ai colleghi Bernardo Viciani e Riccardo Capezzuoli. Il pool dei legali vuole dimostrare che il prodotto ingerito dal loro cliente può essere fatale.
Alla fine il ragazzo dopo quello che sembrava un incidente sul lavoro in officina è rimasto in come per oltre un mese all’ospedale di Pisa. Le sue lesioni erano gravissime e dopo la lavanda gastrica è stato necessario procedere in sala operatoria anche con interventi chirurgici all’esofago. Solo a metà settembre il ragazzo è tornato a casa a Camucia, con tutte le complicazioni del caso. Intanto nei mesi scorsi è stato sentito anche dagli investigatori: agli inquirenti ha detto di esser stato colpito da un bastone e poi preso per il collo fino a quando l’altro gli ha aperto la bocca per versarci l’acido. Il movente? Denaro. La vittima avrebbe prestato 8mila euro all’altro per aprire un autolavaggio, cifra che però non sarebbe stata sufficiente a coprire i costi e da qui la richiesta - negata - di aggiungerne altri. A quel punto Muhammad ha preteso di avere indietro quanto aveva sborsato ma la lite con quello che pensava essere suo amico è degenerata. Questa la versione del ragazzo che adesso dovrà essere ricostruita dai carabinieri della compagnia di Arezzo. Nei confronti del presunto aggressore non sono state emesse misure cautelari.
Luca Amodio