Arezzo, 28 febbraio 2021 - Un tariffario per il pagamento degli affitti negli immobili commerciali, questione grossa come una casa in un momento in cui bar, ristoranti e tutte le altre attività del settore viaggiano a corrente alternata per Covid quando, sempre per virus, non sono paralizzati del tutto. E’ il lodo Mattielli, dal nome del giudice onorario aretino che si occupa delle esecuzioni immobiliari e che ha sfornato un vero e proprio catalogo dei possibili scenari di zona rossa, zona gialla e lockdown totale.
Per ora vale nel solo caso per il quale il magistrato invita le parti ad accordarsi bonariamente, senza costringerlo a un provvedimento giudiziario costrittivo, ma chissà che non possa trasformarsi in un precedente che apre la strada a una soluzione più complessiva. Alberto Mattielli, chiamato a decidere sullo sfratto di un bar con annessa sala da ballo da parte del proprietario dell’immobile, sceglie la via del buon senso, quella che possa tenere insieme i diritti di chi possiede i locali e li affitta e anche di coloro che non riescono a pagare fino in fondo perchè piegati dalla crisi in cui li hanno precipitati mesi e mesi di chiusura.
Ed allora ecco l’idea, anzi il suggerimento per giungere a un compromesso bonario. La riduzione dell’affitto, scrive, si potrebbe calcolare in un 50 per cento per i periodi di stop totale dell’attività, che sono quelli di lockdown e zona rossa o arancione.
Il pagamento, invece, dovrebbe salire al 60 per cento nelle fasi in cui il bar-sala da ballo è rimasto in zona gialla, mentre l’affitto andrebbe versato integralmente per quanto riguarda i mesi in cui l’apertura è stata totale, sia pure con le limitazioni del distanziamento e delle presenze. Sostanzialmente il periodo dell’estate, da giugno fino a novembre in cui i locali hanno lavorato a pieno ritmo.
Mattielli suggerisce anche il versamento immediato del pregresso, fino a saldo del debito accumulato in questi mesi. Ma su quali criteri si basa il suo tariffario, per così dire? Sostanzialmente sul calcolo dei danni subiti da palestre e affini, che sono il comparto ritenuto più vicino alla situazione del bar-sala da ballo, stimati appunto nella metà del fatturato che se ne è andato in fumo.
Bene, può un lodo adottato per un caso ben delimitato trasformarsi in una regola più generale, valido per un settore del commercio che soffre la pandemia come pochi altri, ultimo dato quello dell’Istat di venerdì, secondo il quale le perdite sono le più alte dal 2001? Il tema è scottante e riguarda sia i proprietari degli immobili, soprattutto nel centro storico, quello più ricco di negozi, bar e ristoranti, sia appunto i titolari delle attività commerciali, siano esse al dettaglio o di ristorazione.
I primi si sono visti spesso sospendere i pagamenti (come è successo sia pure parzialmente nel caso del bar-sala da ballo oggetto della decisione di Mattielli), i secondi fanno un’enorme fatica a pagare affitti calcolati con criteri riferiti al rendimento economico delle attività in momenti più normali, talvolta anzi ancorati a incassi che già non esistevano più prima del Covid.
ùLoro reclamano a gran voce la riduzione delle spese di locazione, in qualche caso le hanno ottenute, in altri si sono autoridotti i pagamenti, versando ai proprietari solo quello che erano in grado di raggranellare. Un dossier comunque vitale, perchè anche da esso dipende la sopravvivenza economica di tante attività commerciali, soprattutto medio-piccole, che altrimenti rischiano di andare verso il fallimento.
Ma ci sono anche i casi di grandi nomi, di rilevanza nazionale, che autonomamente hanno deciso di sospendere l’affitto, lasciando in grave disagio proprietari che su quello contavano per il proprio menage mensile. Per tutti adesso arriva il lodo Mattielli. E’ una strada per uscirne o la classica rondine che non fa primavera?