Sergio Rossi
Cronaca

Covid, prove di maxi-screening: parte dai dentisti, i tamponi rapidi in studio

Partenza a step: nella prima fase mille aretini, rappresentativi per età e area di residenza. Solo dopo i medici di famiglia. Pungidito ai bambini: delibera martedì in giunta

Un operatore impegnato in un test

Arezzo, 14 novembre 2020 - Almeno con i più piccoli ci siamo. Martedì la vicesindaco Lucia Tanti porterà in giunta la delibera, firmata ieri mattina, per dare corso allo screening di massa per 8500 bambini dai quattro ai tredici anni. E sempre ieri il provveditore Roberto Curtolo ha inviato una lettera ai presidi delle scuole statali perché avvertano le famiglie e caldeggino l’operazione.

Alla campagna dei test sierologici, quella non invasiva del pungidito, si abbinerà anche l’altro versante dell’iniziativa promossa dal comune di Arezzo, sindaco Ghinelli in testa. Lo scopo è di inviduare gli asintomatici in modo da ridurre le possibilità di contagio; e di arrivare, allo stesso tempo, a una fotografia più accurata della diffusione del virus nel territorio comunale.

E’ dunque sulla rampa di lancio pure lo screening rivolto agli adulti: di questo si è parlato nel corso dell’incontro di ieri a cui hanno partecipato la dottoressa Canaccini per l’Asl, il presidente dell’Ordine dei medici Lorenzo Droandi, il presidente degli odontoiatri Giovacchino Raspini e Lucia Tanti in rappresentanza di Palazzo Cavallo.

«Un incontro - dice Tanti - improntato a un clima di grande collaborazione per un intervento su vasta scala che anche l’azienda sanitaria ha definito di estrema importanza». Ma non è che si va tanto oltre, nel senso che le bocche sono cucite anche se qualche indiscrezione comincia a trapelare. Sembra ad esempio che l’intera operazione procederà per step, iniziando con una parte assolutamente marginale della popolazione ma rappresentativa per fasce d’età e residenza.

Questa prima fase dovrebbe coinvolgere soprattutto i dentisti, quelli che naturalmente aderiranno su base volontaria. E pure il cittadino potrà scegliere o meno se sottoporsi al tampone rapido, la modalità di cui si avvarrà questa parte di screening. In pratica dovrebbe essere il dentista, a cui verrà assegnato un massimo di cittadini da testare (tenendo conto dell’età) direttamente nel suo studio professionale.

Sempre lui a effettuare il tampone e a processarlo in tempi rapidi, è infatti in un quarto d’ora che si ottengono i risultati. Si partirebbe con un migliaio di persone, l’1% della popolazione, un panel non scientifico ma considerato comunque utile a comprendere la diffusione del Covid.

Nella seconda fase, entrerebbero invece in scena i medici di famiglia, o nello studio oppure in altri luoghi, ancora da selezionare, se il professionista preferisse non effettuare il tampone rapido nella sede di lavoro. A individuare le locazioni sarebbe compito del comune.