Non è un’impennata se non al massimo a livello percentuale: e sappiamo tutti che sulle cifre basso anche il raddoppio dei casi lascia il tempo che trova. Ma il Covid un suo ritorno di fiamma lo sta vivendo. Inevitabile, verrebbe da dire. Non perché fosse deciso per legge ma perché è un trend decisamente diffuso.
Nelle ultime settimane il segno "+" scandiva ormai la fotografia dell’ex pandemia un po’ in tutta Italia e soprattutto in giro per il mondo. Era improbabile che Arezzo ne rimanesse fuori.
I casi si sono mantenuti durante quasi tutta l’estate alla quota di 2425 alla settimana. L’ultimo step ne ha contati 46, poco meno del doppio. Ma è evidente che siamo ancora in una fascia non lontana ma lontanissima da quello che abbiamo vissuto. Perfino rispetto alle altre province della Toscana: anche loro salite sull’ascensore ma in forma più corposa, anche alla luce dei valori assoluti.
Si spazia dal 221 di Firenze ai 51 di Pistoia, dai 68 di Carrara agli 81 di Lucca, dai 96 di Pisa agli 83 di Livorno con in crescita anche le cugine della Asl, Siena con 74 casi e Grosseto con 50. Nel nostro caso si parla di 6 o 7 casi al giorno, bene chiarire le proporzioni a scanso di equivoci. Anche se poi nella torta vanno inseriti quei contagiati Covid che lo hanno preso qui ma da turisti o comunque da residenti di altre regioni: 571 casi in una settimana in tutta la Toscana, non c’è il dettaglio nè per Asl nè per comune di residenza.
Semmai c’è da capire se il dato sommerso non sia più alto: nei mesi della bufera i tamponi venivano fatti ad ogni minimo segnale di allerta, oggi sono diventati quasi un optional.
Ma i segnali di impennata non mancano. Nelle farmacie la richiesta ha ricominciato a presentarsi. Non ci sono per ora dati complessivi ma le conferme degli operatori. "Ero arrivata – ci conferma Cristina Redi, titolare della farmacia del Corso tra le più radicate in città – ad una richiesta al giorno, solo sabato ne ho avute trenta".
Segnali, segnali incrociati. Tra cui quelli delle Rsa: alcune case di riposo cittadine hanno avuto alcuni casi tra gli anziani, meno di una decina ma anche questo rientra in un trend complessivo,. Davanti al quale presto si porrà la questione della vaccinazione: un tema non certo solo aretino ma nazionale. E’ chiaro che al massimo sarà consigliata per anziani e categorie a rischio ma dovrebbe essere collegata a quella influenzale: non un prodotto solo, per ora non sembra nei radar, ma due.
Anche se i casi di Covid in giro sono fatalmente legati ad alcune varianti. In uno scenario nel quale ci sono esperti che rilanciano il possibile uso della mascherina d’autunno per le persone a rischio, ovviamente mai obbligatoria ma consigliata. L’ospedale ha mantenuto le garanzie dei mesi bui, compresi i doppi percorsi, ad esempio al pronto soccorso. Dicevamo che dopo il Covid niente sarebbe stato più come prima: forse in qualcosa è perfino meglio.
Alberto Pierini