Potrebbe avere le ore contate l’autore o gli autori dell’atto di vandalismo compiuto alla statua dedicata a Benigni che si trova a Manciano, all’interno del parco della Creatività, imbrattata con una croce celtica. Ieri, mentre gli operai del comune ripulivano la statua il sindaco Mario Agnelli ha sporto denuncia contro ignoti per il deplorevole gesto. In quella zona insistono telecamere di sicurezza a circuito chiuso che ora saranno visionate dalle forze dell’ordine per poter mettere l’acceleratore alle indagini. La speranza, infatti, è quella che l’occhio delle telecamere sia riuscito a cogliere, se non il momento esatto del gesto almeno eventuali movimenti sospetti avvenuti nell’area o elementi che possano far scovare i vandali. "Tra l’indifferenza generale ho appreso che da alcune settimane a questa parte il monumento dedicato a Roberto Benigni nel Parco della Creatività di Manciano è stato nuovamente imbrattato", afferma il sindaco Agnelli. "Già di per sé imbrattare beni immobili è un reato perseguibile con la reclusione fino a due anni o con una multa fino a diecimila euro se recidivi, farlo ispirandosi ad ogni tipo di estremismo politico è assolutamente deplorevole.
Agli uomini dell’ufficio tecnico il compito di ripulire il monumento con conseguente costo per la comunità, per quanto mi riguarda ho invece presentato una denuncia contro ignoti alla Procura della Repubblica". A segnalare per primo l’accaduto è stato il gruppo di minoranza Rinascimento Castiglionese. "In momenti come questi, in cui i nostalgici del nazismo e del fascismo, rialzano la testa in Italia e in Europa, questi gesti non vanno sottovalutati", aveva commentato per conto del gruppo Paolo Brandi. Quel monumento era già stato preso di mira in passato. Evidentemente la figura di Benigni e le sue opere in particolare la ‘Vita è bella’, dove si descrive la tragedia dell’olocausto, stanno sullo stomaco a qualcuno". La statua è stata realizzata nel 1999 dall’artista castiglionese Andrea Roggi. L’opera già nel 2020 era stata imbrattata con la vernice rossa e in quell’occasione Roberto chiamò lo scultore per sapere se fosse tutto apposta. Pochi giorni prima, durante una visita al parco della Creatività, Vittorio Sgarbi fu critico nei confronti dell’opera, e invitò il sindaco Agnelli a spostarla in un cimitero.