Arezzo, 28 novembre 2018 - Era il 25 marzo di pochi mesi fa: lo sfogo di Fredy Pacini per l'ennesimo tentativo di furto, la conferma di dormire all'interno del suo capannone, la richiesta di aiuto e di maggiore protezione. Ecco un estratto dell'articolo che La Nazione pubblicò allora
«È dal 2014 che ho deciso di abitare qui lasciando casa – racconta Pacini – ho subito tantissimi furti e non c’è modo di arginare questo problema, l’ultimo episodio è accaduto l’altra notte, li ho cacciati io dopo che avevano mandato in frantumi un vetro. Li ho sorpresi mentre stavano entrando, sono sceso giù dal letto e dopo di me è arrivato il mio cane».
L’anno della svolta è stato il 2014 quando le imprese aretine sembravano sotto il bombardamento dei ladri: «Quell’anno ci ho rimesso diverse decine di migliaia di euro – racconta Pacini – ma non sono l’unico a fare questa vita, c’è anche qualcun altro che ha dovuto fare come me se voleva andare avanti».
L'imprenditore a casa si vede per le feste comandate e giusto il tempo di pranzare insieme alle figlie e alla moglie, poi chi lo cerca lo trova qui. «Alla vetreria dove mi servo non vengono nemmeno più a prendere le misure dei vetri spaccati dai ladri, basta che gli dico qual è che hanno già tutti i dati». «Il problema è che rapinatori e ladri in Italia sanno che anche se li beccano non gli fanno niente, non ci sono pene adeguate».
Pacini ha fiducia nelle forze dell’ordine, ma non nella giustizia del nostro Paese: «Non ce l’ho con le forze dell’ordine, ma con questo sistema che non punisce i malviventi che sembra tutelare loro e non chi lavora».