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Davide, ora l’indagine è per traffico di droga Arrivati i reperti, al via l’esame Dna sulle ossa

I frammenti alla Polizia scientifica di Roma per la comparazione. Doppia ipotesi di reato nel fascicolo aperto dalla procura

AREZZO

I frammenti di ossa trovati nell’auto bruciata a Puke, in Albania che si sospetta possano appartenere a David Pecorelli – l’imprenditore di San Giustino scomparso dal 6 gennaio scorso – sono arrivate martedì sera nei laboratori della Polizia scientifica di Roma dove, nei prossimi giorni, dopo un incarico della procura di Perugia saranno analizzate dai genetisti forensi della polizia che dovranno prima estrarre il dna e poi confrontarlo con i campioni di profilo genetico acquisiti attraverso i figli del 45enne misteriosamente scomparso dopo un ‘dichiarato’ viaggio di lavoro nell’area Balcanica.

E’ questa, infatti, la chiave di volta del giallo che ha investito la comunità dell’Altotevere e sta impegnando la squadra mobile di Perugia, diretta da Gianluca Boiano. Se realmente il dna è quello di Pecorelli – ex arbitro della sezione di Arezzo – si aprirà uno scenario inquietante rispetto alla fine dell’imprenditore, gestore di un hotel a Lama di San Giustino è già titolare di alcuni centri estetici e negozi di parrucchieri tra Lama, Città di Castello, Sansepolcro e Corciano.

Il procuratore capo Raffaele Cantone e l’Aggiunto Giuseppe Petrazzini hanno aperto un fascicolo contro ignoti con la doppia ipotesi di reato: omicidio volontario e traffico di droga. In merito a quest’ultima contestazione il riserbo da parte degli inquirenti è massimo. Procura e polizia non vogliono lasciare comunue nulla di intentato per fare luce sulla scomparsa. Ovviamente solo se i frammenti umani – 6-7 in tutto tra cui una parte di bacino – fossero di Pecorelli, l’ipotesi di un omicidio maturato in contesti criminali potrebbe diventare più di un sospetto.

Intanto proseguono gli accertamenti della Mobile. Nei giorni scorsi gli investigatori della Sezione criminalità organizzata hanno sentito alcuni testimoni, tra cui – come persona informata sui fatti – la compagna dell’imprenditore, originaria dell’Albania ma da tempo residente in Altotevere. Da lei il 45enne un anno fa ha avuto il quarto figlio (i primi tre sono del precedente matrimonio concluso con la separazione).

Al vaglio della polizia i rapporti economici di Pecorelli e lo stato di salute della sua società. Sembra che l’imprenditore, nell’ultimo periodo, non navigasse in buone acque sotto il profilo finanziario tanto da aver tentato – almeno ufficialmente – di espandersi proprio in Albania aprendo anche un’attività nel settore dei centri estetici a Valona.

Nei suoi viaggi tra l’Italia e Tirana, l’ex arbitro commercializzava dei costosi laser proprio per centri estetici. Top secret i contenuti dell’esamedella compagna. La donna, eventuale parte offesa nel procedimento, è assistita dall’avvocato Giancarlo Viti che non ha voluto commentare gli ultimi risvolti della vicenda.

Pecorelli è scomparso senza lasciare traccia dal 6 gennaio in un villaggio di Puke dove non si transita per caso: era arrivato a Tirana in aereo tre giorni prima. Nell’auto noleggiata – una Skoda Fabia – sono state trovate le ossa bruciate ma anche l’orologio e il telefonino, pressoché intatti. Un’anomalia difficile da spiegare. Se realmente quelle sono le ossa dell’imprenditore l’eventuale omicidio si sarebbe infatti consumato con modalità differenti. Quasi impossibile che il fuoco possa aver distrutto lo scheletro ma non il telefonino. Un giallo tutto da decifrare ma è ancora troppo presto per dire se il nome di Pecorelli è legato a un fatto di sangue.

Erika Pontini

Fabrizio Paladino