CRISTINA CRISCI
Cronaca

Davide Pecorelli estradato in Albania: l'ultimo atto firmato da Carlo Nordio

L'ex imprenditore, noto come il 'naufrago di Montecristo', sarà estradato per scontare 4 anni di reclusione per truffa.

Davide Pecorelli durante la conferenza stampa sulla estradizione in Albania

Davide Pecorelli durante la conferenza stampa sulla estradizione in Albania

Con il sì all’estradizione è il ministro della giustizia Carlo Nordio a scrivere l’ultimo capitolo della vicenda di Davide Pecorelli, assurto alle cronache come il "naufrago di Montecristo". L’ex imprenditore di San Giustino tra qualche giorno verrà condotto in Albania per andare in carcere: deve scontare 4 anni di reclusione per truffa, profanazione di tombe, intralcio alla giustizia. "No, non ho paura - dice - mi preoccupo per la mia famiglia, i figli, mio padre e mio fratello disabili. Questa estradizione in Albania è una profonda ingiustizia".

Davide Pecorelli ha indetto una conferenza stampa ieri mattina per parlare di questa vicenda giudiziaria e per sancire la sua "uscita di scena" avvenuta tra l’altro, con un coupe de theatre. Ha presentato infatti un capo d’abbigliamento, linea "Castello d’If" (si chiama come il carcere del conte di Montecristo nel romanzo di Dumas): un cappotto in cachemire con bottoni d’oro vero (il prezzo sul mercato oscilla tra i 20 e i 30 mila dollari). "È un omaggio alla prigione del conte di Montecristo dove spesso venivano rinchiuse persone senza colpa, anche solo per aver mal pensato… vittime di un’ingiustizia, un po’ come la mia. Consegnarmi all’Albania per questi reati anche a fronte di altre recenti vicende mi fa sentire un cittadino di serie b", aggiunge citando il caso Marchesi o le liberazioni Abedini e Almsri.

Pecorelli si dice pronto ad "avviare le pratiche per ottenere la cittadinanza albanese dato che ho una moglie di quel paese (Jonida Dani sposata nel 2023) quando poi arriverà rifiuterò la cittadinanza italiana". Proprio dall’Italia se n’era andato facendo perdere le tracce nel gennaio 2021 quando aveva inscenato la sua morte in Albania per sfuggire ai creditori (l’auto noleggiata venne ritrovata in fiamme a Puke con alcuni resti umani all’interno).

Per questi episodi l’ex imprenditore del settore parrucchieri era stato riconosciuto colpevole e il tribunale di Scutari lo aveva condannato a quattro anni di reclusione. Lui venne poi ripescato in un gommone al largo dell’Isola di Montecristo, naufrago sotto falso nome. "Sono una sproporzione le sanzioni albanesi per questi reati che in Italia non prevedono il carcere": hanno sostenuto più volte nella tesi difensiva Pecorelli insieme ai legali Andrea Castori e Massimo Brazzi. Ora? "Forse un ricorso al Tar, forse alla Corte europea dei diritti dell’uomo, ma è possibile che non faremo nulla", chiarisce ancora l’ex imprenditore.

La data della consegna alle autorità albanesi dovrebbe arrivare entro il 12 aprile: "Verrò prelevato in un aeroporto italiano e condotto in un carcere in Albania, dove un giudice deciderà se trattenermi in detenzione preventiva o concedermi i domiciliari in attesa dell’appello". Già perché in Albania la sua condanna a 4 anni di carcere non è ancora definitiva.