REDAZIONE AREZZO

"Dear Son" al Petrarca. Coreografie di Repele e Riva

Per la prima volta in scena dopo il debutto a Romaeuropa una riflessione danzata sulla fragilità della vita e sulla...

Per la prima volta in scena dopo il debutto a Romaeuropa una riflessione danzata sulla fragilità della vita e sulla...

Per la prima volta in scena dopo il debutto a Romaeuropa una riflessione danzata sulla fragilità della vita e sulla...

Per la prima volta in scena dopo il debutto a Romaeuropa una riflessione danzata sulla fragilità della vita e sulla forza dell’amore, anche nei momenti più bui della storia. Questo è "Dear Son", ultimo spettacolo dei danzatori e coreografi Simone Repele e Sasha Riva che andrà in scena stasera alle ore 21 al Teatro Petrarca di Arezzo nell’ambito del cartellone nato dalla sinergia tra Fondazione Toscana Spettacolo onlus, Fondazione Guido d’Arezzo e Comune di Arezzo.

Impostosi sulle scene internazionali con una cifra estetica che coniuga approccio teatrale e vocabolario neoclassico a un linguaggio e un’estetica fortemente contemporanea, il duo porta sul palcoscenico una storia di speranza in grado di trascendere le barriere del tempo e dello spazio, il ritratto di una famiglia scossa dalla perdita di un figlio partito per la guerra. I progetti del passato, le aspirazioni verso l’ipotetico futuro si cementificano in un presente immobile e doloroso. In una società segnata dalla persistenza dei conflitti e delle loro conseguenze, "Dear Son" vuol creare uno spazio in cui l’amore e la memoria superano la morte (info e ingressi www.fondazioneguidodarezzo.com).

"Dear Son" esplora l’incommensurabile dolore provato dai genitori di fronte alla perdita di un figlio nel contesto della guerra", spiegano gli artisti. "Il nostro intento è quello di creare un’opera che vada oltre le parole per comunicare al pubblico la complessità delle emozioni legate a questa esperienza universale. Attraverso un movimento fluido, espressivo e potente, vogliamo illustrare l’amore incondizionato tra genitore e figlio. Vogliamo esplorare come l’amore e la memoria possano aiutare a superare una simile tragedia. Le scenografie e i costumi saranno minimalisti per permettere ai danzatori di essere al centro della scena. Lo spettacolo sarà accompagnato da una colonna sonora accuratamente selezionata per aumentare l’impatto emotivo.

Per creare un’esperienza personale e coinvolgente, abbiamo scelto di integrare brani composti da artisti italiani emblematici del tempo di guerra come Gino Paoli, Claudio Villa e Fabrizio de Andrè, mescolati a composizioni più contemporanee e minimaliste di Ólafur Arnalds e Arvo Pärt. I loro repertori creano paesaggi sonori che attraversano le epoche. Ci auguriamo che "Dear Son" tocchi il pubblico mettendolo in contatto con il proprio patrimonio familiare".