Omicidio volontario. Andrà a processo con questa accusa Sandro Mugnai: l’epifania del 2023 sparò al vicino che gli stava demolendo casa con la ruspa. Gezim Dodoli morì a colpi di fucile. Il rinvio a giudizio è arrivato ieri mattina dal giudice per le indagini preliminari Stefano Cascone. Il delitto di San Polo arriverà in corte d’assise davanti a due giudici togati e sei popolari. Il processo inizierà il prossimo 15 marzo. Mugnai potrà ora decidere se essere sentito in aula ed esaminato anche dagli avvocati di parte civile e dalla pm Laura Taddei. La sua presenza in aula non è scontata: l’imputato con gli avvocati deciderà nei prossimi giorni la strategia da adottare nel secondo procedimento a suo carico, dopo quello che lo ha visto indagato per eccesso colposo di legittima difesa. "Io non avevo alternativa, abbiamo provato in tutti i modi a farlo smettere. Se tornassi indietro? Non lo rifarei, ma così non ci possiamo nemmeno difendere".
La decisione del gup Claudio Lara fu quello di rimandare gli atti alla procura per riformulare il capo di accusa in omicidio: e da qui arriviamo alla novità di ieri. Un caso, quello del delitto di San Polo, che nelle aule di tribunale ha messo (e metterà) al centro della discussione il concetto di legittima difesa e dei suoi limiti. Adesso il processo riparte da zero. Anzi, a citare Troisi, riparte da tre: come sono state tre le diverse letture che giudici e pm hanno dato di un fatto di cronaca che è destinato a continuare a far discutere.
La gip Giulia Soldini, ormai due anni fa, riconobbe la legittima difesa quando ordinò la scarcerazione di Mugnai dopo l’arresto da parte dei carabinieri. Di diverso avviso la pm Laura Taddei, titolare dell’inchiesta, che aveva chiesto (e poi ottenuto), anziché l’archiviazione, il processo per l’artigiano per eccesso colposo di legittima difesa. Mugnai aveva optato per il rito abbreviato e l’accusa aveva chiesto 2 anni e 8 mesi: a ottobre ci si aspettava la sentenza. E invece no. Come detto, il gup ha escluso, sì, la legittima difesa ma ha rimandato gli atti alla procura per la nuova formulazione. In omicidio volontario.
Secondo il giudice Lara non poteva essere invocata la legittima difesa perché Mugnai “ha accettato la sfida lanciata dal proprio aggressore, innescando una sorta di duello, e comunque avendo reagito in maniera non proporzionata alla situazione di pericolo”. Nella ricostruzione il giudice aveva spostato la versione della parte civile che aveva già chiesto nel primo procedimento la riformulazione per omicidio volontario sostenendo che i colpi di fucile erano partiti prima dell’attacco alla dimora in una fase. Tant’è che il gup aveva scritto che: “È evidente che ci sia stata una sequenza di colpi esplosi quando ancora non è stato chiamato il 112 mentre il mezzo era impegnato nel danneggiamento dei veicoli”.