di Gaia Papi
AREZZO
La strada è la loro vita. Vie frequentate da giovani il sabato sera, o angoli bui della città in cui senzatetto hanno deciso di trascorrere la notte. Per l’associazione Dog, gli operatori di strada, non ci sono segreti. In via Guelfa è stato fondamentale il loro intervento, è stato e continuerà il dialogo con alcuni dei senzatetto che potrebbero intraprendere il percorso di accoglienza e di inserimento in strutture. L’obiettivo? Far ritrovare loro una vita dignitosa e sempre più in autonomia. Aprono un dialogo, informano. Lo fanno con il calore di un sorriso e una leggerezza d’animo che ha scaldato il cuore di molti, e cambiato la vita di altri. Tra di loro molti giovani. Sono pochi, anzi pochissimi, quelli che non li conoscono. Li hanno visti per strada, ci hanno parlato, hanno effettuato l’alcol test. E poi, qualcuno, li ha ritrovati fra i banchi di scuola. Come gli studenti del liceo Colonna dove i Dog, insieme al Progetto 5, hanno portato "I Cantieri del Gioco d’Azzardo". Studenti hanno effettuato videointerviste sul territorio intorno ai temi evidenziati in aula ed hanno effettuato varie uscite insieme agli operatori dell’associazione Dog durante alcuni eventi in città e serate in discoteca, sperimentando la funzione di peer educator.
Occasioni in cui hanno avuto modo di incontrare molti coetanei e dialogare con loro sul tema del divertimento consapevole e dei comportamenti di assunzione del rischio. Ed è lì che è scattato qualcosa. Molti gli studenti che da "allievi" sono diventati "peer educator", ovvero quei ragazzi capaci di dialogare con i loro coetanei nella maniera più diretta circa la consapevolezza del divertimento "sano" e che sempre in maggior numero si avvicinano all’associazione. Si sono aggregati ed hanno offerto il loro contributo volontario. "Avevo visto i Dog un sabato sera, volevo seguirli" ha raccontato Filippo Nofri, di 17 anni. "Di loro mi è subito piaciuto il modo di rapportarsi, non facevano i superiori, erano amichevoli, si mettevano al tuo livello. Aiutano realmente". "Da quando faccio parte dell’associazione sono estremamente convinta di aver fatto la scelta giusta. E’ coinvolgente occuparsi di tematiche sociali, sensibilizzare i miei coetanei su certi temi" racconta Alessia Rosati di 20 anni. "Mi è capitato di trovarmi difronte a giovani ubriachi, o a scazzottate, situazioni critiche che sto imparando ad affrontare, nonostante la mia timidezza".
Giovani che parlano ai giovani, è anche questa la magia dell’associazione Dog, dentro l’orizzonte giovanile. "Facciamo quello che è giusto fare" spiega Roberto Norelli dell’associazione. "Il nostro compito è quello di intervenire nelle problematiche e informare sulla prevenzione. La sinergia tra lavoro in strada, nelle scuole, nei locali, nei quartieri, l’invito da parte dei peer educator ai loro coetanei a partecipare alle attività, la continuità di azione garantita dall’amministrazione comunale fanno di questo progetto un sostegno che contiene senza limitare, creando fiducia tra i giovani. Questo è quello che sta accadendo e di questo siamo molto soddisfatti", hanno commentato Roberto e Luca Norelli.