FEDERICO D’ASCOLI
Cronaca

Dietrofront su Falzano. L’avvocato Luongo: "Pagare sarebbe stata un’ingiustizia"

L’Agenzia delle Entrate ritira il provvedimento da 113 mila euro per le spese di registrazione da versare prima del risarcimento complessivo da 3,7 milioni "Si trattava di un grossolano errore". Il senatore Parrini: "Guardia alta sui ristori".

Il sindaco Luciano Meoni insieme al vescovo Andrea e il consigliere Casucci

Il sindaco Luciano Meoni insieme al vescovo Andrea e il consigliere Casucci

e Laura Lucente

Il paradosso dei soldi chiesti dall’Agenzia delle Entrate agli eredi delle vittime della strage di Falzano si è risolta nel giro di appena 24 ore. Il 20 gennaio scorso i discendenti delle vittime, difesi dall’avvocato Gianluca Luongo, si erano visti riconoscere da una sentenza del tribunale civile di Arezzo risarcimenti per complessivi 3,7 milioni ma prima è arrivata la richiesta da 113mila euro per la registrazione degli atti giudiziari.

L’Agenzia delle Entrate in una nota sottolinea che "la cancelleria del tribunale, trasmettendo la sentenza all’Agenzia delle Entrate, ne ha chiesto la registrazione nei modi ordinari - per cui l’imposta di registro deve essere necessariamente richiesta per legge a tutte le parti del processo - e non attraverso il meccanismo della registrazione a debito, che prevede che il danneggiato venga esonerato dal pagamento". L’Agenzia, "preso atto di questo stato di cose, ha autonomamente sospeso con effetto immediato gli avvisi di liquidazione a carico dei familiari delle vittime e ha chiesto alla cancelleria di rivalutare le modalità con cui ha richiesto la registrazione". La strage risale al 29 giugno del 1944 e fu una rappresaglia degli Alpini tedeschi contro un’azione partigiana. 15 uomini furono chiusi in una casa e fatti saltare in aria. Si salvò solo un ragazzino, diventato testimone della strage. Altre due persone furono uccise nelle campagne.

Il senatore empolese del Pd Dario Parrini che aveva sollevato il caso, si dice soddisfatto "per l’ammissione immediata di un errore e la sospensione delle cartelle che in futuro spero vengano cancellate definitivamente. Per il resto tutti gli interrogativi sulla questione restano aperti, a partire dai tempi e da quanti soldi restano a disposizione nel fondo, perché dal governo non rispondono alle mie interrogazioni e c’è totale opacità".

"Le famiglie coinvolte sanno che per avere concretamente i ristori ci sarà da aspettare un bel po’ - sottolinea ancora il senatore Pd - perché per avere gli indennizzi bisogna fare richiesta di accesso al Fondo di ristoro e per questo serve un titolo definitivo, e cioè in questo caso il passaggio in giudicato della sentenza, che con ogni probabilità non avverrà prima di aprile. Secondo le poche informazioni che il Mef fa filtrare, nonostante le mie ripetute interrogazioni, le somme saranno erogate nel 2026 inoltrato, o anche dopo".

"Non sappiamo ad esempio se i 20 milioni, stanziati nel 2023, sono ancora a diposizione del fondo o se siano stati defalcati – aggiunge Parrini – e il timore è che possano esaurirsi rapidamente i 61 milioni stanziati prima di aver pagato tutti gli aventi titolo e non si dovesse provvedere per tempo al rifinanziamento del Fondo".

Anche l’avvocato Gianluca Luongo che segue i 17 discendenti delle vittime commenta positivamente la marcia indietro dell’Agenzia delle Entrate: "Sono soddisfatto per il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate frutto di un grossolano errore tecnico. Mi auguro che sia effettivamente una revoca e non una semplice sospensione. Ora c’è attesa per i risarcimenti ottenuti e la speranza è che siano liquidati in tempi brevi. Auspico altresì che il fondo dedicato alle vittime venga quanto prima rifinanziato vista la sua incapienza ormai assodata. Questo per dare il giusto riconoscimento a tutte le famiglie colpite delle stragi".

L’avvocato romano aveva ottenuto analoghi risarcimenti anche per le vittime della strage di Selvagrossa. Ora è in attesa della sentenza per 12 parenti delle vittime della strage di Civitella.