
L’invaso di Montedoglio ha superato il collaudo
Se fosse stato un esame scolastico o universitario, avremmo parlato di promozione a pieni voti. Trattandosi di un collaudo tecnico funzionale, diciamo allora "tutto ok" per la diga di Montedoglio. I cicli di invasi sperimentali e di correlati svasi condotti da Ente Acque Umbre Toscane hanno conosciuto la fase finale con il raggiungimento, giovedì 13 marzo scorso, della quota massima di regolazione a quota 393,60 metri sul livello del mare (145 milioni di metri cubi di acqua) e con il correlato relativo stazionamento, potendo così procedere a una serie di misurazioni finalizzate a certificare tenuta e sicurezza dell’invaso valtiberino. Questo iter è terminato l’altro ieri, lunedì 24, con la visita della commissione di collaudo tecnico-speciale, che ha acquisito l’intera documentazione prodotta da Eaut e che ha constatato il corretto comportamento dello sbarramento e delle strutture ricostruite dello scarico di superficie, permettendo così di procedere verso un traguardo di portata storica per il bacino artificiale. "Il volume maggiore registrato negli ultimi 15 anni – ha sottolineato l’ingegner Simone Viti, presidente di Eaut – che chiude nel migliore dei modi un lunghissimo capitolo iniziato oltre 45 anni fa. Siamo molto soddisfatti e adesso abbiamo iniziato le operazioni di abbassamento graduale del livello a 391,50 metri di altitudine, ma occorrerà un po’ di tempo, perché è un alleggerimento pari a diversi milioni di metri cubi". Le operazioni di collaudo di Montedoglio, che con i suoi 7,7 chilometri quadrati di superficie è lo specchio d’acqua più grande della Toscana, avevano preso il via nel giugno del 1989 con l’avvio degli invasi provvisori, procedendo poi nel 1997 con l’innalzamento progressivo della quota delle acque per valutarne la sicurezza ai vari livelli. Un percorso interrotto il 29 dicembre 2010 a causa del cedimento di tre conci del muro di sfioro, che ha comportato otto anni di sequestro giudiziario delle aree, seguiti da altri due per la gara d’appalto e per l’affidamento dei lavori e da due ulteriori anni per la ricostruzione. Le sequenze di carichi e scarichi dell’ultimo biennio sono state sostenute da campagne di misurazione per monitorare il comportamento della diga e del nuovo sfioratore alle quote di interesse, arrivando così al massimo autorizzato. L’ultima visita è stata svolta dagli ingegneri Ernesto Reali e Valter Pascucci della commissione di collaudo, coadiuvati dall’ingegner Thomas Cerbini (responsabile della diga), alla presenza dell’ingegner Angelica Catalano della direzione generale per le dighe e le infrastrutture Idriche del ministero, dell’ingegner Vincenzo Chieppa (dirigente della in seno alla Direzione Generale Dighe), dell’ingegner Paolo Checcarelli e della geologa Rita Salvucci (Ufficio Tecnico Dighe di Perugia), oltre che dell’ingegner Simone Viti e dell’ingegner Andrea Canali, quest’ultimo direttore di Eaut.