Arezzo, 12 dicembre 2024 – Si è salvato per una manciata di secondi. Il suo camion è a pochi metri da quella nube di fumo nero, quella che si è alzata sopra Calenzano dopo l’esplosione al deposito Eni. A bordo c’era Marco Serafini, di Bibbiena, socio della ditta Sema autotrasporti. Per lui è stato necessario il ricovero all’ospedale Careggi di Firenze. Lui è uno dei due feriti nel disastro che è costato la vita a cinque persone. Tra i 26 feriti c’è anche il suo nome ed è negli atti della Procura di Prato che sta portando avanti l’inchiesta. Al suo fianco c’è anche un altro nome, di un altro aretino, quello dell’ingegnere Andrea Mariotti. Era lì per lavoro. Per lui le ferite sono state lievi.
Quella mattina Serafini era partito in direzione Calenzano. “Non passava una settimana senza che lui andasse a far rifornimento, quel giorno doveva caricare gasolio”, dice Sensi. “Io non sapevo lui fosse lì, poi mi ha avvisato un amico in comune dandomi la notizia: Marco era a Calenzano quel giorno”.Sono stati attimi di panico, il telefono che compone il numero ma che squilla a vuoto. Nessuno risponde. “Abbiamo provato a chiamarlo più volte, sia io che i familiari ma non ci rispondeva nessuno: abbiamo avuta tanta paura, abbiamo pensato al peggio”.
Marco si è salvato per un pelo. Aveva appena fatto rifornimento e aveva ripreso il suo viaggio. Si era allontanato da qualche metro dall’impianto quando è scoppiato il botto. Dopo il boato, i vetri del veicolo sono andati in mille pezzi e hanno colpito in faccia. Chi lo ha soccorso lo ha trovato con il viso ricoperto di sangue ma cosciente.
Il trasferimento a Careggi è stato immediato: all’ospedale di Firenze è stato medicato con 15 punti al viso e dimesso ieri sera. Non ha riportato alcuna ferita agli occhi come chi invece è stato ospedalizzato con lui anche se rimane qualche problema all’udito, a causa del grosso frastuono. Il mezzo che stava guidando ha la cabina distrutta: è stata questione di pochi metri altrimenti il finale sarebbe potuto essere tutt’altro che lieto. “È stato fortunato, questione di pochi secondi”, dice l’amico e socio Sensi che ha potuto finalmente fare un respiro di sollievo. Basta pensare che chi era poco dietro di lui non ha avuto scampo: nel camion prima c’era Carmelo Corso, il 56enne siciliano è una delle cinque vittime del disastro Calenzano.