GAIA PAPI
Cronaca

Distretto orafo sotto tiro. Un altro blitz nella notte: "Qui ci vuole l’esercito"

Valdichiana, in azione dieci banditi con tute bianche, visori e auto rubate. La presidente Giordini: "Siamo preoccupati, la situazione è insostenibile".

La presidente. della Consulta orafi Giordana Giordini col prefetto Clemente Di Nuzzo

La presidente. della Consulta orafi Giordana Giordini col prefetto Clemente Di Nuzzo

MONTE SAN SAVINO (Arezzo)

Non c’è pace nel maggior distretto orafo d’Europa. La scorsa notte in provincia di Arezzo, a Monte San Savino, un nuovo colpo, il ventunesimo dall’inizio dell’anno. E ora gli orafi, tramite la Consulta che li rappresenta, invocano l’intervento dell’esercito. Un commando è entrato in azione nella ditta Scatragli, dal 1983 specializzata nella lavorazione di catene in argento. In scena tecniche militare. Auto rubate utilizzate per bloccare la provinciale 327, la grande arteria che attraversa la Valdichiana aretina e senese, per rallentare l’arrivo delle forze dell’ordine. E poi dentro in appena sei minuti.

Sono in dieci tutti con volto travisato, tute bianche e occhiali con visore notturno. In una manciata di minuti arraffano tutto l’argento che trovano in azienda, si parla di un bottino superiore ai cento chili.

Il loro piano è però in parte ostacolato dai nebbiogeni installati in alcune aree dell’azienda. Sul posto, in otto minuti arrivano i vigilanti, i carabinieri e la polizia già in zona per un servizio straordinario di controllo. Sì perché a fine ottobre, a una decina di chilometri da qui, le notti sono state assai agitate.

Il 21 ottobre in appena sei minuti i ladri erano entrati nella Joker Preziosi di Tegoleto, uscendo però a mani vuote. Non contenti, quattro giorni dopo ci riprovano, il bottino si aggira sui 40 mila euro. E poi c’è stato il tentato colpo alla New Chain visitata dai ladri nella notte tra il 23 e il 24 ottobre. Anch’essa era già stata svaligiata lo scorso luglio durante un assalto che aveva fruttato ai malviventi un bottino da oltre 150 mila euro.

Un’escalation preoccupante che fa tornare la memoria al 2011, annus horribilis per il comparto a causa dei numerosi furti. Continui sono i tavoli in prefettura tra le associazioni di categoria e il prefetto Di Nuzzo che, in occasione dell’ultimo incontro ha spiegato come fossero stati potenziati i pattugliamenti anche con l’ausilio di forze provenienti da altre province e regioni. Ma sembra non bastare e gli imprenditori orafi che ora chiedono l’intervento dell’esercito.

"Siamo arrabbiati, delusi, rassegnati, preoccupati. Il nostro comparto dà da mangiare a mezza Toscana. I dati recenti parlano chiarissimo: è aretino il 50% dell’export di gioielli italiani, e oltre un terzo dell’export in Toscana. Dal governo ci deve arrivare un aiuto importante, la situazione non è più accettabile" ha spiegato Giordana Giordini, presidente orafi Confindustria Toscana sud e presidente della Consulta che raggruppa anche Cna e Confartigianato.

Da due anni il distretto orafo aretino è ripiombato nella paura. Quella vissuta nel 2001 quando i colpi si susseguivano quasi notte dopo notte. E ad un mese dalla fine dell’anno siamo già a 21 furti. "Non è giusto non poter star tranquilli, vivere con l’ansia che quel maledetto allarme possa scattare da un momento all’altro. Come non lo è l’idea di doversi far giustizia da soli" conclude Giordini.