MARIA ROSA DI TERMINE
Cronaca

Distrutto da un incendio il tempio dei Sikh

Le fiamme sprigionate da un’auto si sono estese fino al capannone. Qui si ritrovavano per la preghiera circa duecento indiani

Distrutto da un incendio il tempio dei Sikh

Un indiano mostra sconsolato il capannone distrutto dalle fiamme

Il rogo è divampato da un’auto, ne ha raggiunta un’altra e si è propagato fino al tempio dei Sikh, il Shri Guru Ravidass Temple, devastandolo. E’ accaduto la scorsa notte in via Amerigo Vespucci a Montevarchi, nella zona dei vivai. L’allarme è scattato verso l’una e sul posto sono intervenuti in pochi minuti i Vigili del Fuoco del distaccamento cittadino e di Arezzo con tre mezzi e otto uomini. Le fiamme si sono sprigionate da una macchina parcheggiata sotto la tettoia di una rimessa e ben presto hanno avvolto una vettura vicina aggredendo in un batter d’occhio il capannone retrostante. Un edificio dove da circa sette anni si trova il luogo di culto, socializzazione ed educazione per i bambini, punto di riferimento della numerosa comunità indiana del Valdarno. Per domare l’incendio sono state necessarie diverse ore di lavoro indispensabili per evitare che si estendesse agli immobili vicini e per completare la bonifica successiva dell’area. In contemporanea con le operazioni di spegnimento sono iniziate le indagini di polizia giudiziaria per chiarire la dinamica dei fatti e tutte le ipotesi sono al vaglio degli inquirenti. Nessuna persona per fortuna è rimasta coinvolta, ma i danni risultano ingenti. Lo hanno constatato sgomenti e spettatori impotenti della devastazione alcuni Sikh accorsi al tempio appena è circolata la notizia. Alle prime luci dell’alba lo spettacolo era davvero spettrale. Il fuoco aveva ridotto in cenere i preziosi arredi acquistati e donati negli anni che abbellivano la grande sala delle riunioni e delle cerimonie e soprattutto non si era salvato il Guru Granth Sahib, il libro della liturgia destinato alla recitazione rituale e portato in processione durante le feste tradizionali. Ogni domenica in quell’angolo di Punjab trapiantato nella vallata, hanno raccontato alcuni esponenti della comunità, si ritrovavano fino a 200 fedeli per pregare e conservare il legame devozionale con la propria terra di provenienza. Aspetti culturali, oltre che religiosi, da tramandare ai più giovani e non a caso nel locale ora incenerito si svolgevano lezioni settimanali curate da volontari per insegnare ai bimbi la lingua punjabi e la storia millenaria di un popolo. In alcune occasioni il tempio aveva anche ospitato i coloratissimi e scenografici matrimoni di coppie indiane. Insomma, una seconda casa per molti immigrati giunti o nati nella valle che ieri pomeriggio mostravano sconcertati i resti di una sede al cui interno non è rimasto nulla di utilizzabile. In attesa di capire come e se l’immobile di proprietà dei Sikh potrà essere rimesso in sesto i singoli nuclei familiari fanno sapere che si riuniranno per la preghiera settimanale nelle loro abitazioni.