"Chisciotte racconta la vocazione a riparare i torti in cui ci si imbatte tutti i giorni. Non sceglie i suoi interventi, affronta quelli che incontra. Ha scelto però di mettersi in strada, non di restare in casa". Erri De Luca (nella foto), uno dei più grandi talenti letterari contemporanei, racconta così il capolavoro della letteratura di Cervantes che ispira l’incontro di stasera alle 21, al Foiano Book Festival. "Chisciotte e gli invincibili" è il titolo della serata, sold out, che vedrà lo scrittore dialogare con Luisa Bosi e Stefano Ferri nella sala Furio Del Furia.
De Luca, quale personaggio del Don Chisciotte, le sarebbe piaciuto essere?
"Ronzinante, il cavallo di Chisciotte perché anche a me è capitato di essere cavalcato da qualche buona causa che mi ha spinto fuori di stalla a obbedirle".
Anche i giovani di "Ultima generazione" sono spinti da una buona causa?
"Sono d’accordo con loro e con i loro innocui metodi di disturbo dell’opinione pubblica. Appartengono a una nuova generazione che sente il proprio futuro legato a quello del pianeta. Lancia il suo allarme con i poveri mezzi di cui dispone, affronta a viso aperto le conseguenze della sua testimonianza. Invincibili sono i loro argomenti"
Chi sono gli invincibili di oggi?
"Non sono quelli che primeggiano e che prima o poi ruzzolano giù dal podio. Sono invece quelli che continuamente sconfitti non la smettono di rimettersi in piedi per battersi di nuovo".
Il festival è dedicato al "mondo errante". L’uomo viaggia da sempre, bizzarro chi tenta di fermarlo?
"Il viaggio, per me parola nobile che descrive un percorso di sola andata, senza biglietto di ritorno. Viaggio è quello dell’emigrante, del missionario, dell’esiliato. Ho conosciuto questi viaggiatori. Tutto il girare il mondo per visitarlo è invece turismo, parola che viene da tour, giro, e che appunto riporta con garanzia al punto di partenza. La specie umana si è inoltrata nel pianeta con spirito di azzardo per l’ignoto"
Siamo tornati a vivere guerre e antisemitismo. Perchè dimentichiamo così in fretta atrocità già vissute?
"Sono una costante della storia umana. Partono spesso da un errore di valutazione sulle possibilità di vittoria dell’aggressore. La storia è una bella materia narrativa ma non è maestra di niente e noi non siamo suoi allievi"
Dobbiamo sperare in quell’alleanza tra giovani e anziani di cui parla nel suo ultimo libro "Le regole dello Shangai", per salvarsi?
"Gli adulti sono impelagati nella loro affannosa gestione del presente. Hanno il potere in mano e lo maneggiano con la visione contabile del giorno per giorno. Questi nuovi giovani invece hanno visione del futuro e anche i vecchi oggi la condividono e cercano di imparare dai giovani"
Cos’è la vecchiaia?
"È trovarsi in cima al bosco, dove si dirada e c’è più luce per guardare lontano".
Un ricordo che le viene in mente della nostra città?
"La meraviglia degli affreschi di Piero della Francesca".