Aveva fatto discutere la nomina del 26 novembre del nuovo Garante comunale dei diritti degli operatori del sistema penitenziario e delle persone private della libertà personale. Secondo una delibera comunale, la dottoressa Sandra Rogialli, nominata dal sindaco Alessandro Ghinelli, incarnerà infatti un ruolo duplice, che fino ad ora si era limitato alla garanzia dei soli detenuti e privati della libertà personale. Una scelta, secondo il presidente dell’associazione Antigone, Patrizio Gonnella, "provocatoria e inedita", e che lo aveva visto invocare la presa di posizione del Garante nazionale. L’avvocato Irma Conti, componente dell’organo, commenta al proposito: "Non vedo in antitesi la tutela dei diritti che sono stati affidati alla Garante comunale di Arezzo, la dottoressa Sandra Rogialli, alla quale formulo i miei migliori auguri e rappresento la mia totale disponibilità".
Secondo Conti, non vi sarebbe motivo per giudicare inappropriata la nomina, in un’unica figura, del garante delle due parti, quella dei detenuti e quella dei sorveglianti: "La narrazione del conflitto tra polizia penitenziaria e persone ristrette della libertà personale non rientra nella visione per creare le migliori condizioni negli Istituti Penitenziari- continua Conti – l’istituzione di una figura di garanzia che abbia come mandato istituzionale quello della tutela dei diritti di persone che operano per la corretta esecuzione della pena e dei diritti delle persone private della libertà personale, segna una presa di atto della necessaria lettura di un complesso di norme che vede lo Stato titolare della funzione costituzionalmente prevista della rieducazione e del reinserimento del condannato".
In questo caso, quindi, il ruolo di garanzia non sarebbe disturbato, secondo Conti, da alcun conflitto di interesse: "Ciò che occorre tenere in considerazione è il raggiungimento dell’obiettivo perseguito da ogni autorità di garanzia. Vale a dire, la tutela dei diritti delle persone, tanto più quanto quei diritti siano tra loro strettamente correlati, come è il caso, e perché venga considerata sempre la centralità della persona e la dignità di ognuna".
Dello stesso avviso si era detto il direttore del penitenziario aretino Alessandro Monacelli, che pur sollevando iniziali dubbi sulla dicitura della nomina del Garante, si è detto certo "che il ruolo verrà costruito in corso d’opera e che la funzione verrà interpretata strada facendo".
Come Conti, Monacelli ribadisce come sia necessario collaborare aldilà delle polemiche: "Nell’interesse superiore, che è quello di raggiungere gli obiettivi prefissati dalla Costituzione".