Due aggressioni al San Donato e due persone a processo. Una per le botte ad un poliziotto, l’altra per aver colpito un medico mentre era in fila al pronto soccorso. Si tratta di episodi distinti ma entrambi circoscritti all’ospedale di Arezzo che negli ultimi ha visto un’impennata dei fenomeni di violenza contro i sanitari. E non solo, a dirla tutta, come testimoniano le aule di giustizia al Garbasso.
Il primo episodio riguarda il magrebino che andò in escandescenza l’aprile scorso. Si trovava alla stazione, stordito dai fiume di alcol che si era scolato. Qualcuno che aveva molestato nel piazzale della stazione aveva alzato il telefono e chiamato la polizia. Le volanti arrivate sul posto hanno trasferito l’uomo al nosocomio cittadino ma lì ha continuato a dare spettacolo con urla e strattoni a chi lo stava curando e poi agli agenti. Dopo la sfuriata l’esagitato aveva deciso di darsela a gambe e scappare in via Curtatone. Ma anche qui si scaglia contro un agente.
L’uomo, oggi detenuto al carcere di Siena (per un’altra aggressione sempre a uomini in divisa), dopo la querela, è stato rinviato a giudizio dal giudice per le indagini preliminari Claudio Lara dopo la richiesta della pubblico ministero Elisabetta Greco. Con l’avvocato Alessandro Betti ha optato per il rito abbreviato che porta allo sconto di pena di un terzo in caso di condanna a patto di rinunciare al dibattimento. Non si tratta di un volto nuovo alla questura di Arezzo: il maggio scorso aveva devastato un’auto della polizia.
Sempre nello stesso martedì di udienze, un altro caso di violenza al San Donato è arrivato davanti al gup la cui scelta è stata la stessa: avanti con il processo, rinviato a giudizio. Stavolta ad aver alzato le mani è stato un giovane di circa venti anni, anche lui si origine straniero, che si trovava in attesa al pronto soccorso. O meglio, stava attendendo il turno di una familiare e lui era qui con lei. Il tempo passa e il ragazzo perde la pazienza: si alza e si dirige verso la stanza dei medici e qui colpisce uno di loro, poi si dilegua. L’uomo in camice se la cava con qualche giorno di prognosi ma decide di sporgere querela. Ieri mattina il giovane è stato rinviato a giudizio.