Tutto è bene quel che finisce bene, ma la signora Maria Cozac ha dovuto aspettare quasi due anni per poter tirare un sospiro di sollievo. Lunghi mesi durante i quali ha dovuto tirare avanti senza la sua piccola pensione. Maria è cittadina romena, ma residente in Italia dal 2004 quando inizia subito a lavorare nell’azienda agricola Il Borro. Lo fa per dieci anni, versando regolari contributi. Prima di arrivare in Italia lavora per tre anni in Germania e per dieci in Romania. "Paesi dai quali le pensioni arrivarono immediatamente al raggiungimento dell’età" racconta il genero Cristiano Bianchi. "Nel gennaio 2022, all’età di 67 anni, tramite il patronato Acli, facciamo domanda per la pensione in Italia che, secondo i calcoli sarebbe arrivata a settembre. Ma ad ottobre di quei soldi nemmeno l’ombra" continua Cristiano.
"Chiedo chiarimenti al patronato dove mi spiegano che quella di mia suocera è una pensione in convenzione internazionale. I dieci anni di contributi italiani non bastavano per arrivare alla pensione minima. Era necessario che l’Inps italiana si rivolgesse a quella tedesca e romena per unire le pensioni" spiega Cristiano. Arriviamo al gennaio di quest’anno, "Quando il patronato assicura che da lì ad un mese l’agognata pensione sarebbe stata nelle tasche di mia suocera. Mi dissero che le risposte dagli istituti stranieri erano già arrivate, solo il tempo di fare i conti". E invece. "Arriviamo a giugno, chiedo un appuntamento all’Inps, gli addetti, contrariamente a quanto detto mesi prima, mi dicono di aver inoltrato domanda alle Inps straniere, ma di non aver ancora ricevuto risposta". Ma Cristiano non demorde. Il 17 agosto, con un caldo torrido, torna negli uffici dell’Inps per la seconda volta. "Mi sono arrabbiato e per tutta risposta mi hanno detto: porti pazienza, tanto le daranno tutti gli arretrati. Che discorsi, i soldi servivano ora". Cristiano qualche giorno fa torna, insieme alla suocera, all’Inps. "Tutto risolto, il 23 agosto le hanno fatto un bonifico con gli arretrati, circa 4mila euro" mi dicono in quel momento. Invece una comunicazione non è mai arrivata; certo se i miei suoceri settantenni, non esattamente avvezzi alle tecnologie, avessero aperto la loro home banking l’avrebbero visto. Certo" commenta ironico Cristiano.
Così, dopo circa due anni, l’agognata pensione sta per arrivare. I primi giorni di ottobre sul conto della signora Maria saranno accreditati 363 euro, a tanto ammonta la sua pensione per cui ha dovuto patire per mesi. Mesi durante i quali ha tirato avanti grazie ai 500 euro di pensione del marito, oltre che agli aiuti della figlia e del genero, con i quali vivono. "Fortunatamente stanno con noi, le utenze le ho quindi pagate sempre io, altrimenti per loro sarebbe stata molto dura". Meno di 400 euro, per qualcuno una inerzia, per altri la possibilità di mettere, se pur con difficoltà, qualcosa sulla tavola. "Trovo assurdo che un ente come l’Inps abbia avuto tutte queste difficoltà per una cifra così irrisoria".
Gaia Papi