
Uno dei tanti presidi alla galleria della Guinza per la relizzazione dell’arteria Due Mari
La storia infinita della E78 si arricchisce di ulteriori capitoli, che contribuiscono a rallentarne i tempi di realizzazione. Nei giorni scorsi, si è tenuta a Perugia l’ultima riunione della conferenza dei servizi, convocata nell’ambito del procedimento di valutazione di impatto ambientale del progetto definitivo varato da Anas per ciò che riguarda il lotto Selci Lama-Parnacciano. Dopo il parere favorevole già espresso dalla commissione tecnica della Regione Umbria, anche i rappresentanti unici di Soprintendenza a Belle Arti e Paesaggio, Comune di Città di Castello e Provincia di Perugia si sono allineati verso il "sì". Unica eccezione, il Comune di San Giustino, per cui – non essendo stata raggiunta l’unanimità – il giudizio di compatibilità ambientale sarà assunto sulla base delle posizioni prevalenti. Ma c’è un ma: i soggetti dissenzienti possono ricorrere alla Presidenza del Consiglio, nonostante si dibatta sulla possibilità che questo ricorso spetti anche ai Comuni.
Il progetto di Anas è collegato al precedente lotto tosco-umbro da Le Ville Monterchi a Selci Lama, attualmente in corso di valutazione di impatto ambientale al ministero, che prevede l’intersezione della Due Mari con la E45 nella frazione di San Giustino, con proseguimento a nord del centro abitato, flessione verso Regnano e aggancio con il traforo della Guinza. Al tracciato in questione, i sindaci di Citerna, San Giustino e Città di Castello avevano contrapposto quello a sud di Selci Lama, salvo un ripensamento del sindaco tifernate, che lo scorso novembre aveva appoggiato quello di Anas.
Ora, l’amministrazione di San Giustino ha ribadito di voler sostenere l’itinerario dei sindaci, perché a suo giudizio la soluzione di Anas è più costosa, invasiva e impattante a livello non soltanto paesaggistico. La posizione di Anas in merito era stata esplicitata in una relazione del 2023, nella quale il corridoio sud era stato definito inopportuno per aggravi dei costi e allungamenti dei tempi, a fronte della riduzione degli ingombri, del consumo di suolo, della frammentazione agronomica e delle interferenze con aree a rischio idraulico garantita dall’itinerario di progetto. A questa situazione c’è da aggiungere la recente scoperta di un sito archeologico nel territorio di Citerna, proprio all’altezza di quella che dovrebbe essere l’uscita del tunnel previsto nella collina del paese. Ancora tutto è fermo in proposito e la superstrada continua a rimanere un miraggio o quasi.