LUCIA BIGOZZI
Cronaca

“Due Mari ed E45 priorità assolute”. L’alert dell’industriale globetrotter. Bragagni: Confindustria ha ragione

L’imprenditore punta il dito sul completamento della Grosseto-Fano e il rilancio del corridoio Adriatico

La Due Mari è la priorità assoluta per gli imprenditori

La Due Mari è la priorità assoluta per gli imprenditori

Arezzo, 25 gennaio 2025 – “A noi servono infrastrutture che inizino a funzionare domani”. Va dritto al punto, col pragmatismo dell’imprenditore, Maurizio Bragagni amministratore delegato della Tratos Uk, azienda aretina leader nella produzione di cavi elettrici e fibra ottica, console della Repubblica di San Marino nel Regno Unito. Gira il mondo, anche fino a cinque volte in un anno, ma le sue radici sono in Valtiberina che conosce bene, così come le difficoltà di raggiungere in auto Arezzo da Sansepolcro oppure salire a Ravenna lungo la E45. “Ogni volta è un ’avventura” ammonisce lanciando l’alert sul rischio “che è già qui, una realtà quotidiana: l’isolamento della valle”.

Priorità dello sviluppo territoriale

Disegna un cerchio rosso su due “priorità assolute per lo sviluppo del territorio, non solo aretino” perchè la Due Mari “è il corridoio trasversale che unisce Grosseto a Cesena e Ravenna, Arezzo alla costa adriatica e al tempo stesso al porto di Livorno”. In un anno dall’azienda di famiglia, a Pieve Santo Stefano, si muovono circa diecimila camion che prendono le vie del mondo per consegnare ciò che è stato prodotto. E collegamenti efficienti sono “vitali per le aziende, perchè consentono di ottimizzare i costi e impiegare meno tempo per il viaggio”. In pratica, l’opposto di quanto accade adesso, in attesa che sul tratto aretino della Grosseto-Fano si aprano i cantieri, oltretutto coi progetti esecutivi pronti.

Importanza delle infrastrutture efficienti

Ed è altrettanto fondamentale “che si arrivi velocemente all’innesto con la E 45 da rimettere in sesto”. Di questa strada, Bragagni conosce ogni piega, ogni pezzo d’asfalto saltato, e rievoca lo stop “dato dall’allora governo Conte che decise la chiusura di un tratto per un lungo periodo. Ricordo che diversi autogrilli furono costretti a chiudere, ad esempio quello al Verghereto e i nostri camion anzichè arrivare al porto di Ravenna dovevano puntare su Arezzo e da lì prendere l’autosole per il Nord”.

Per un’azienda il gap “significa costi maggiori e tempi dilatati che non ci possiamo permettere perchè non ci rendono competitivi. Ci sono clienti che firmano contratti e ci chiedono di consegnare i nostri prodotti entro due giorni. Ma senza il completamento della Due Mari e la revisione della E 45 come facciamo? Ogni viaggio diventa un terno al lotto, basta un camion sullo Scopetone e si blocca tutto. Facciamo prima ad arrivare a Roma che a Firenze o Ravenna: può sembrare un paradosso ma è la realtà”.

Il ruolo storico della E45

Aggiunge una sottolineatura a corroborare il concetto: “Perchè grandi aziende quali Buitoni o Perugina sono nate lungo l’asse della E45? Semplice: perchè era la vecchia direttrice Roma-Berlino e garantiva collegamenti con il nord che è da sempre il mercato dell’Italia. Ristrutturare e completare questa superstrada, serve non solo agli aretini ma anche ai senesi e ai grossetani”.

Il ragionamento di Bragagni è in linea con la posizione di Confindustria che spinge sul completamento di Due Mari ed E 45 come priorità assolute e non più rinviabili, in attesa che si definisca meglio la questione dell’alta velocità collegata alla nuova stazione Medioetruria.

Strategie per la competitività e sviluppo economico

“Un’opera strategica ma ancora in una fase molto preliminare con un iter di realizzazione che richiederà molti anni prima di entrare in funzione. E chi produce non può restare appeso al tempo, deve muoversi, bruciare le tappe in un’ottica di competitività e concorrenza”, dice Bragagni. Che aggiunge: “Se la Grosseto-Fano e la E45 fossero completate definitivamente, gli imprenditori della Toscana meridionale potrebbero trasferire le merci velocemente e sfruttare tutti i nostri porti”. Il danno economico di infrastrutture strategiche “sospese” senza finanziamenti per far partire i cantieri, è “molto consistente per gli imprenditori, ma non riguarda solo noi e il nostro lavoro perchè estende i suoi effetti negativi allo sviluppo della Valtiberina e di un’intera provincia”. Il timer non prevede più ritardi.