Chissà se quell’idea di un avatar sul telefonino per non perdersi nel "labirinto" del San Donato se la porterà a Trento. Idea che è stato a un passo dal tradurre in servizio dedicato ai cittadini tramite un’app ad hoc. Magari l’avrà già segnata nell’elenco delle opzioni possibili nell’incarico che assumerà dal 1 dicembre. Di certo, ieri il direttore generale della Asl Sud Est Antonio D’Urso ha tirato una riga sui sei anni al timone dell’azienda. Con una raccomandazione agli aretini: "Tenetevi stretta questa sanità". Come a dire: qui ci sono servizi avanzati e professionisti di livello che in altre regioni sono solo un miraggio. "L’esperienza in questa Asl è stata straordinaria", dice nella conferenza stampa dei saluti, proprio lì in mezzo a dossier sanitari, progetti, proposte ed esperienze nazionali e regionali e confronto: il Forum Risk Management. Destinazione Trentino: l’incarico che a giorni assume è quello di direttore generale dell’assessorato salute e politiche sociali della Provincia Autonoma di Trento. D’Urso ha ripercorso le fasi più salienti del mandato, ricordando come la fase del Covid sia stata un momento cruciale sia a livello umano che professionale. "In quell’intenso e complesso periodo abbiamo lavorato per ridisegnare e adeguare le strutture, gli impianti e le tecnologie degli ospedali. È stato un lavoro impegnativo, ma molto importante". Che ha cambiato la sanità aretina. Sul piano organizzativo, il dg ha ricordato che quasi tutte le posizioni apicali di direttore di struttura complessa sono state ricoperte con professionalità di alto livello. "La qualità e la quantità delle prestazioni sono aumentate, ho cercato di affrontare ogni sfida con spirito di squadra e con una mentalità costruttiva, coinvolgendo i colleghi e le colleghe non solo dal punto di vista tecnico, ma anche umano. Credo che questo approccio abbia fatto la differenza". Ha evidenziato il livello del sistema sanitario toscano che, nel suo complesso, "è tra i migliori d’Italia. La Toscana eccelle negli indicatori di esito, pur mantenendo un uso efficiente delle risorse. Questo è un punto di forza che non va dato per scontato".
Sui progetti da portare avanti, tra i tanti avviati dall’Asl, D’Urso ha ricordato il cammino per l’ottenimento della certificazione di genere e l’umanizzazione delle cure. "Spesso siamo percepiti solo come erogatori di prestazioni, ma dietro a questo lavoro c’è l’impegno quotidiano di professionisti e professioniste che mettono passione e dedizione a servizio del sistema sanitario pubblico. E questo impegno merita sempre di essere riconosciuto e valorizzato".
Lucia Bigozzi