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Un boato. Un’esplosione di gioia. Coriandoli impazziti nella piazza dove re Giocondo sale al rogo, ultimo atto del suo regno nella città del Carnevale. Non prima, però di aver lasciato testamento ai sudditi e "bacchettato" i foianesi che nell’arco dell’anno sono stati protagonisti di episodi amplificati sotto la lente dell’ironia, la chiave del lascito del sovrano dell’allegria. Giocondo brucia e con lui l’ultimo atto del Carnevale, con i vincitori e i vinti nell’eterna sfida tra i quattro cantieri. Il trofeo lo alza dalla finestra del Comitato il presidente degli Azzurri, Massimo Ciccarelli. Sulla piazza il popolo del cantiere, risponde euforico tra canti, balli e qualche sfottò all’indirizzo dei "rivali". Che abbassano le bandiere e incassano il "colpo".
Secondo classificato il cantiere di Bombolo seguito dai Nottambuli. Fanalino di coda il cantiere Rustici che solo dodici mesi fa alzava sulla piazza il trofeo della vittoria e oggi il verdetto del quarto posto. Una sfida che per Foiano è l’anima di una manifestazione antichissima che affonda le radici nel Rinascimento, durante l’epopea dei Medici. E che da 486 anni porta in alto la tradizione e l’arte della cartapesta. E lo spettacolo dei giganti di cartapesta che si muovono con delicatezza e armonia perfino nelle strettoie dei vicoli.
Un spettacolo nello spettacolo per una manifestazione che ogni anno segna un record: domeniche da tutto esaurito, con circa cinquantamila visitatori che hanno ammirato i carri e le evoluzioni delle figure in cartapesta in un tripudio di colori. I giganti sulla passerella di un paese in festa che accende le emozioni nel mese più atteso dell’anno. Il giorno del verdetto è l’esplosione di energia ed è un evento che ogni foianese sente come centrale dentro il mondo del Carnevale: dopo un anno di lavoro i cantieristi si giocano in piazza desideri, sogni e la fatica di realizzare vere e proprie opere d’arte, consumando nottate intere tra colle e carta di giornale, macchinari meccanici per dare "un’anima" alle figure allegoriche e un "fiato" di vita con i movimenti che sorprendono il popolo del Carnevale.
Per gli Azzurri con il carro intitolato "Canto d’amore" si tratta di un ritorno in grande stile nel red carpet dei vincitori dopo un digiuno durato sette lunghissimi anni. Ora il trofeo di aggiunge a quelli che segnano l’albo d’oro del cantiere che ha superato l’asticella dei novanta anni di attività. Una schiera di giovani partecipano al lavoro nei cantieri e questo è il segnale più importante della vitalità della manifestazione che chiude questa edizione con un bilancio più che positivo, anche per i tanti eventi collaterali che hanno arricchito il programma di ogni domenica.
Un ultimo sussulto, tra trepidazione e delusione, si leva dalla piazza quando re Giocondo annuncia il vincitore della mascherata. Ormai non più semplici sfilate, ma veri e propri spettacoli coreografici con un centinaio di figuranti per ogni cantiere, e costumi sempre bellissimi e creativi. Ebbene, re Giocondo incorona la mascherata dei Rustici reginetta del Carnevale ispirata al carro "Alla ricerca del canto perduto". Poi saluta i sudditi e sparisce tra le fiamme. Ma prima, un ammonimento per tutti: "Basta con le guerre, facciamola finita con i conflitti, trionfino solo la pace e la vita" scandisce con la sua voce possente al popolo che l’ascolta in silenzio. Prima di esplodere nella festa che accende la notte foianese.
Lucia Bigozzi